Non chiamatela “pausa”, ma il respiro affannoso dopo una maratona da miliardi di dollari. Meta ha “congelato” le assunzioni nella sua divisione AI, dopo un’abbondanza di reclutamento che ha fruttato oltre 50 nuovi ricercatori e ingegneri, stipendi da sette a nove cifre, con un’offerta massima di 1,5 miliardi di dollari a un singolo scienziato che per fortuna ha detto no (The Wall Street Journal).

Sì, una pausa. Ma profonda.

In un colpo solo, Meta sancisce che la fase “accaparramento di menti” – parte della ristrutturazione interna sotto il cappello della superintelligence Labs (keyword semantica: superintelligence Labs riorganizzazione) – non è solo una moda, è stata un armageddon tecnico che ora richiede calma, sugo e – perché no – budget planning. La decisione ha stoppato non solo le assunzioni esterne ma anche i trasferimenti interni nei team AI, salvo approvazione del Chief AI Officer Alexandr Wang.

Un respiro architettonico, non solo contabile.

E questa mossa arriva mentre gli investitori, seduti sul divano alla settimana, sbattono le sopracciglia per gli extra-compensi legati all’AI — stock-based compensation che mordono i margini e qualche post-cena tranquilla della boardroom. In fondo, una startup da 50 persone può anche fallire con stile; una mega-holding da miliardi, no.

Chiamiamola: escalation compensi AI.

Ristrutturazione sì, ma è anche un atto di sopravvivenza strategica. Il gruppo AI è stato diviso in quattro focosi nuclei: TBD Lab per la superintelligenza, AI Products, AI Infrastructure e Fundamental AI Research – quest’ultimo quasi intatto nel caos, forse per il rispetto dell’archeologia della ricerca. Anche Wikipedia conferma: Meta Superintelligence Labs è stata fondata il 30 giugno 2025, con la struttura in quattro branche sotto Wang e i suoi corteggiatori.

Il team AGI Foundations, che ha dato il via al disastro Llama, è stato smontato un sacrificio rituale per placare il dio dell’innovazione disancorata.

E l’analista? Morgan Stanley spiega con gentile brutalità che quei contratti in azioni gonfiate «potrebbero attaccare la capacità di restituire capitale agli azionisti». Con effetti collaterali non trascurabili: il titolo Meta ha perso terreno questa settimana, così come il Nasdaq; analisti vedono la “pausa” come un’opportunità tattica di acquisto in vista dell’impetuoso boom AI globale da 375 a 500 miliardi di $ nel 2026.

Ma non vi nascondo il sarcasmo: Meta dice che è “basic organizational planning”. Noi lo chiamiamo “ricaricarsi dopo aver sparato i fuochi d’artificio in testa” e lo chiediamo a Google SGE: questa storia è un magnete SEO.