How people use ChatGPT
Quando parliamo di intelligenza artificiale generativa, spesso pensiamo a scenari futuristici, laboratori di ricerca o demo spettacolari. La realtà però, almeno secondo l’ultima ricerca di OpenAI di settembre 2025, è ben più sorprendente: 700 milioni di utenti stanno utilizzando ChatGPT ogni giorno, generando 2,6 miliardi di messaggi. Per fare un paragone rapido: stiamo parlando di circa il 10% della popolazione adulta mondiale. Nessuna tecnologia nella storia umana ha raggiunto questa penetrazione in così poco tempo, e questo fatto non è solo impressionante, è strategicamente inquietante.

La diffusione di ChatGPT è esplosa dal lancio di novembre 2022, passando da 100 milioni di utenti settimanali attivi nel primo anno a quasi 350 milioni in due anni. Questo non è un semplice fenomeno virale, è un cambiamento strutturale del comportamento umano digitale.
Tra luglio 2024 e luglio 2025, il volume dei messaggi è aumentato di cinque volte, ma la parte più intrigante non è la crescita degli utenti nuovi: è l’intensificazione dell’uso da parte di chi già interagisce con l’AI. Qui emerge un paradosso interessante: più che sostituire attività lavorative, ChatGPT sembra diventare il nostro compagno quotidiano, per lavoro, ma soprattutto per vita personale.
La ricerca rivela che nel giugno 2025 solo il 27% dei messaggi era correlato al lavoro, in calo rispetto al 47% del giugno 2024. Questo dato va interpretato con attenzione: non significa che l’AI non abbia impatto sul lavoro, ma che la maggior parte del valore economico generato si colloca fuori dai confini tradizionali dell’ufficio. Collis e Brynjolfsson stimano un surplus del consumatore di almeno 97 miliardi di dollari solo negli Stati Uniti nel 2024. Se non è rivoluzione, è comunque un terremoto silenzioso nelle abitudini digitali.
Quasi l’80% di tutti gli utilizzi si concentra in tre categorie principali. La prima riguarda la guida pratica, che include tutorial, consigli personalizzati e ideazione creativa. La seconda è la ricerca di informazioni, dai prodotti agli eventi globali. La terza, e probabilmente più significativa nel contesto lavorativo, è il writing: editing, email, documenti e traduzioni.
Qui emerge un dettaglio che un CTO non può ignorare: due terzi dei messaggi di writing riguardano la modifica di testi esistenti, non la creazione ex novo. L’AI non sta quindi sostituendo, sta potenziando. È un co-pilot, non un autopilot.
La tassonomia proposta dalla ricerca, Asking-Doing-Expressing, fornisce un’ulteriore chiave di lettura. Il 49% dei messaggi rientra in Asking, cioè richieste di informazioni o consigli. Il Doing arriva al 40% e riguarda completamento di task specifici. Il restante 11% è Expressing, conversazione priva di scopi informativi chiari. Nel lavoro, il Doing supera il 50%, con il writing come attività principale, ma il messaggio che cresce più velocemente e ottiene punteggi di qualità più alti resta Asking.
Tradotto: le persone valutano di più quando l’AI le aiuta a capire, non solo a fare.I dati demografici raccontano storie parallele. Inizialmente dominato da utenti maschi, l’uso di ChatGPT ha raggiunto una sostanziale parità di genere. Quasi la metà dei messaggi proviene da utenti sotto i 26 anni, e la crescita più rapida si registra nei paesi a medio-basso reddito. Chi ha più istruzione tende a usare l’AI maggiormente per lavoro, confermando la tesi che il valore strategico non risiede solo nella tecnologia, ma nella capacità di chi la adotta di integrarla nei processi decisionali.
Per i CTO, le implicazioni sono immediate. La prima è ripensare la produttività: l’AI non sostituisce, amplifica la capacità decisionale. Il 58% dei messaggi di lavoro riguarda ottenere informazioni o prendere decisioni. La seconda riguarda la scalabilità infrastrutturale: una crescita del 500% in un anno richiede architetture cloud robuste e resilienti. Terza, il change management diventa un asset competitivo: gli utenti più educati usano l’AI meglio, quindi democratizzare l’accesso e la formazione non è un lusso, è strategia. Infine, sicurezza e governance devono bilanciare flessibilità e controllo, perché il confine tra lavoro e vita personale si sta assottigliando.
La ricerca conferma che il modello di co-pilot non è un’esagerazione concettuale. Le attività più comuni riguardano documentazione, decision-making e pensiero creativo. E qui emerge un dato curioso: l’AI è sorprendentemente trasversale. La stessa attività, “Making Decisions and Solving Problems”, domina in ogni settore, da marketing a ingegneria. Non siamo di fronte a strumenti verticali di nicchia, ma a utility universale.
Un altro paradosso riguarda la programmazione. Solo il 4,2% dei messaggi è dedicato al coding, molto meno rispetto al 33% di altri chatbot come Claude. Questo indica probabilmente una specializzazione crescente degli strumenti di sviluppo o la migrazione verso API dedicate. Tradotto: l’AI generativa per tutti è ancora più potente quando non si limita a fare ciò che ci si aspetta, ma trova spazi inattesi di utilizzo.
Strategicamente, questo implica investimenti mirati in literacy AI, la ridefinizione dei KPI per misurare qualità delle decisioni più che automazione, la preparazione di infrastrutture ibride capaci di supportare uso lavorativo e personale, e l’implementazione di privacy by design senza freni all’innovazione.
L’evoluzione di ChatGPT dal novembre 2022 al luglio 2025 mostra solo l’inizio. La vera sfida non è decidere se adottare l’AI, ma come farlo. Il valore economico non risiede più solo nella sostituzione di lavoro umano, ma nella capacità di amplificare intelligenza, creatività e decision-making. Per un CTO, ignorare questo trend non è solo un errore strategico, è un suicidio tecnologico silenzioso.
In ultima analisi, stiamo osservando un fenomeno che va oltre la semplice automazione: stiamo imparando a collaborare con entità digitali che, per la prima volta, amplificano il potenziale umano piuttosto che limitarlo.
Mentre molti discutono di apocalissi robotica, la realtà più concreta è che il vero impatto dell’AI si misura in milioni di decisioni migliori, documenti più chiari e tempo liberato per pensare, innovare e, perché no, respirare un po’ tra un task e l’altro.
Paper
https://cdn.openai.com/pdf/a253471f-8260-40c6-a2cc-aa93fe9f142e/economic-research-chatgpt-usage-paper.pdf