Mario Draghi, ex-presidente della Banca Centrale Europea e già primo ministro italiano, ha recentemente sollevato una questione cruciale riguardo all’Atto sull’Intelligenza Artificiale dell’Unione Europea: la necessità di sospendere l’attuazione delle sue fasi più avanzate fino a una valutazione approfondita degli impatti potenzialmente negativi.
Questa proposta è emersa durante una conferenza a Bruxelles, in cui Draghi ha discusso i progressi della Commissione Europea nell’implementazione delle sue raccomandazioni contenute nel rapporto del 2024 sulla competitività europea.
L’Atto sull’Intelligenza Artificiale, entrato in vigore nell’agosto del 2024 e previsto per una piena applicazione entro il 2027, mira a regolamentare i sistemi di IA in base ai rischi che pongono per la società, spaziando da requisiti minimi fino a divieti per i sistemi ad “alto rischio”.
Draghi ha riconosciuto che le prime disposizioni, come il divieto dei sistemi ad “alto rischio inaccettabile”, sono state implementate senza grandi difficoltà, grazie anche alla firma di codici di condotta da parte dei principali sviluppatori e alle linee guida della Commissione di agosto.
Tuttavia, Draghi ha espresso preoccupazione per la fase successiva, che riguarda i sistemi di AI ad alto rischio in settori come le infrastrutture critiche e la sanità. Secondo lui, l’attuazione di questa fase dovrebbe essere sospesa fino a una comprensione più approfondita degli svantaggi potenziali. Questa posizione si inserisce in un contesto più ampio di preoccupazione per la competitività dell’UE nel settore dell’AI.
Draghi ha recentemente sottolineato che l’Unione Europea sta perdendo terreno rispetto a rivali globali come gli Stati Uniti e la Cina, citando una crescita economica stagnante e una lenta attuazione delle riforme. Inoltre, Draghi ha evidenziato che le normative e le barriere infrastrutturali stanno ostacolando la scalabilità dell’IA e delle innovazioni digitali in Europa, insieme ai prezzi energetici elevati, come il gas naturale che è quasi quattro volte più costoso rispetto agli Stati Uniti.
Questa proposta di sospensione dell’attuazione dell’Atto sull’Intelligenza Artificiale riflette una crescente preoccupazione tra le imprese europee, che hanno ripetutamente chiesto una pausa per valutare meglio gli impatti delle normative.
Alcuni gruppi di lobby tecnologiche, come la CCIA Europe, hanno sostenuto questa posizione, avvertendo che un’attuazione affrettata potrebbe compromettere l’innovazione e gli obiettivi dell’UE nel campo dell’IA.
Mentre l’Atto sull’Intelligenza Artificiale dell’UE rappresenta un passo significativo verso una regolamentazione dell’AI, la proposta di Mario Draghi di sospenderne l’attuazione delle fasi più avanzate fino a una valutazione più approfondita degli impatti negativi sottolinea la necessità di un equilibrio tra regolamentazione e innovazione per garantire che l’Europa possa competere efficacemente nel panorama globale dell’AI.