
Perché quello che è stato annunciato martedì 7 ottobre 2025 è qualcosa di più sottile, qualcosa che potrebbe trasformare radicalmente il paradigma del “maker low-cost” come lo conosciamo. Qualcomm, il gigante statunitense dei semiconduttori, ha annunciato l’acquisizione di Arduino, pur senza rivelare la cifra dell’operazione.
Arduino celebre per le sue schede compatte, accessibili, amate da hobbisti, studenti e progettisti entra ora sotto l’ombrello di Qualcomm. Le aziende assicureranno che il marchio Arduino, gli strumenti, la missione open-source rimangano intatti.
Ma cosa cambia nel concreto? La prima risposta è UNO Q, una nuova scheda con architettura “a cervello doppio”: un processore Qualcomm Dragonwing (QRB2210) per ambienti Linux/computazione e un microcontrollore STM32U585 per compiti real-time. Uno Q supporterà visione, audio, accelerazione AI, e sarà compatibile con il nuovo ambiente Arduino App Lab, che integra linguaggi, modelli AI e orchestrazione tra MCU e MPU. Il prezzo annunciato è 44 $ (per la versione 2 GB/16 GB) in preordine.
Vediamo allora cosa implicazioni tecnologiche, strategiche e culturali emergono da questa operazione perché non è un semplice “passaggio di testimone”, ma un possibile mutamento d’epoca per il mondo maker, per l’edge computing, e per l’ecosistema europeo.
La promessa dell’“open dentro Qualcomm”
L’elemento più delicato è la promessa che Arduino rimarrà “open”: hardware open, software open, comunità libera. Le aziende dichiarano che Arduino continuerà a supportare chip di altri fornitori, e che le licenze aperte su schemi e software verranno mantenute. Arduino pubblicherà gli schemi sotto CC-BY-SA 4.0, il software sotto GPLv3 o MPL. E l’App Lab, che unisce controllo real-time, ambiente Linux, librerie AI e modelli pretrainati (anche integrati con Edge Impulse, altra acquisizione Qualcomm), viene presentato
Ma lasciamo da parte le promesse e guardiamo le tensioni nascoste: entro quanto Qualcomm tollererà l’uso di chipset concorrenti? Quanto potrà condizionare roadmap, forniture, supporto? Io le chiamo “zone grigie del compromesso open”: il confine tra “mantieni l’open” e “guida l’open da dentro”. Quando un colosso entra in casa tua, il tappeto — per quanto aperto potrebbe lentamente mutare inclinazione.
Strategia Qualcomm: tessere l’edge floor
Questa acquisizione non è un capriccio: va inserita in un disegno coerente. Qualcomm, con l’acquisto di Edge Impulse e Foundries.io, sta costruendo un ecosistema verticale per l’AI e l’edge computing. Arduino porta in dote una comunità di oltre 33 milioni di sviluppatori attivi — un bacino ideale in cui innestare chip, tool e modelli AI.
Con UNO Q, Qualcomm mette un piede — o meglio un game board — nell’hardware “low to mid” per applicazioni embedded, dalla smart home alla robotica industriale. Pensa: finora, per sviluppare visione artificiale, occorrevano moduli costosi, FPGA o SoC dedicati; ora puoi costruire un prototipo AI “fai da te” a 44 $. È una mossa che democratizza l’accesso al computing intensivo.
E l’integrazione con edge cloud / AI pipelines (Edge Impulse incluso) crea una catena che copre prototipo → training → inferenza → scala. Se funzionerà come dichiarato, Qualcomm potrebbe diventare l’infrastruttura invisibile dietro mille startup AI embedded.
Rischi per l’Europa, opportunità per innovatori
Per un Paese come l’Italia che ha contribuito al mito Arduino, questa acquisizione ha un sapore ambivalente. Da una parte, la cessione di un simbolo della cultura maker italiana ad una multinazionale statunitense pesa sul piano simbolico: “Addio indipendenza?” qualcuno potrebbe chiedersi. Ma dall’altra, una nuova potenza finanziaria dietro Arduino può permettere investimenti, distribuzione globale, risorse che una realtà no-profit difficilmente può garantire.
L’Europa dovrebbe cogliere l’occasione per difendere la sovranità tecnologica: bisogna evitare che le infrastrutture “open” finiscano vincolate indirettamente a interessi extra-continentali. Allo stesso tempo, dal punto di vista pratico, sviluppatori, startup e comunità maker europee hanno un’opportunità: fare da “collettore critico” del nuovo Arduino dentro Qualcomm, stimolando diversità di chip, benchmark indipendenti, alternative open partecipate.
Cosa cambia per chi “fa ardu” davvero
Se sei uno sviluppatore che ha realizzato mille prototipi con Arduino, che ha insegnato classi, che ha dipendenze da shield e librerie, questa acquisizione ti offre al tempo stesso un rischio e una promessa. Nel breve termine, riscontri minimi: le schede R4 (Renesas) rimangono supportate, l’ecosistema esistente continua. Se vuoi, puoi ignorare UNO Q. Ma se vuoi accedere a visione AI o modelli audio embedded con minimo sforzo, UNO Q sarà la porta d’entrata più “semplice” (e più sponsorizzata).
Le librerie AI integrate, i modelli pretrainati, l’interfaccia App Lab, la compatibilità diretta con Edge Impulse: sono tutti strumenti che possono far risparmiare mesi di lavoro su prototipazione. L’abilità che conta ora non sarà solo “saper far lampeggiare un LED”, ma saper orchestrare pipeline AI embedded in un ambiente omogeneo.