La previsione di JPMorgan sull’adozione delle stablecoin e l’aumento della domanda di dollari statunitensi è stata una doccia fredda per chi sperava in una rapida de-dollarizzazione. Secondo gli analisti della banca, la diffusione delle stablecoin potrebbe generare una domanda aggiuntiva di 1,4 trilioni di dollari entro il 2027, consolidando ulteriormente il ruolo dominante del dollaro nel sistema finanziario globale.
Attualmente, il mercato delle stablecoin è valutato circa 260 miliardi di dollari e potrebbe crescere fino a 2 trilioni di dollari in uno scenario ottimistico. La maggior parte delle stablecoin, come Tether (USDT), sono ancorate 1:1 al dollaro, il che significa che ogni unità emessa rappresenta una domanda diretta di dollari. Se investitori e aziende estere decidono di detenere queste stablecoin, ciò implica una conversione delle loro valute locali in dollari, aumentando così la domanda di quest’ultimo.
Contrariamente alle previsioni di una rapida de-dollarizzazione, JPMorgan suggerisce che l’adozione delle stablecoin potrebbe rafforzare il dollaro. Questo fenomeno è alimentato dalla crescente fiducia nelle stablecoin come strumenti di riserva e pagamento, soprattutto in paesi con economie instabili.
L’adozione di stablecoin potrebbe anche influenzare la politica monetaria, poiché una maggiore domanda di dollari potrebbe ridurre i tassi d’interesse a breve termine, come evidenziato da uno studio che mostra come l’aumento della quota di mercato di Tether nelle obbligazioni del Tesoro statunitense abbia portato a una diminuzione dei rendimenti leggi studio su arXiv.
In Europa, i ministri delle finanze hanno discusso come supportare lo sviluppo di stablecoin denominate in euro, cercando di non rimanere indietro rispetto agli Stati Uniti, dove leggi come il GENIUS Act stanno promuovendo l’adozione delle stablecoin. Tuttavia, la quota di mercato delle stablecoin denominate in euro rimane marginale rispetto a quelle denominate in dollari