Bernie Sanders ha lanciato un nuovo allarme sull’intelligenza artificiale, sostenendo che entro dieci anni quasi 100 milioni di posti di lavoro americani potrebbero svanire, vittime di una rivoluzione che privilegia i profitti rispetto alle persone.
Nel video diffuso mercoledì il senatore indipendente del Vermont ha accusato i colossi tecnologici, da Musk a Bezos, di investire centinaia di miliardi per sostituire i lavoratori con robot.
Il suo rapporto “Artificial Labor” denuncia come produttività e profitti siano esplosi mentre i salari reali si sono ridotti. Secondo i dati elaborati da ChatGPT per la Commissione Salute, Educazione e Lavoro del Senato, automazione e robotica potrebbero eliminare milioni di impieghi in ristorazione, contabilità e trasporti.
Sanders propone un piano radicale: settimana lavorativa di 32 ore a parità di salario, tassa sui robot, rappresentanza dei dipendenti nei consigli, partecipazione azionaria obbligatoria e stop ai riacquisti di titoli.
L’idea di fondo è semplice e provocatoria: se il capitalismo digitale vuole sostituire l’uomo con la macchina, allora dovrà almeno pagare il prezzo sociale della propria efficienza.
Senate US Report: https://www.help.senate.gov/dem/newsroom/press/news-sanders-releases-report-on-big-tech-oligarchs-war-against-workers-warns-ai-could-eliminate-nearly-100-million-us-jobs