Intel ha presentato Panther Lake come il primo chip costruito su processo 18A, definendolo “il più avanzato processo di semiconduttore mai sviluppato e prodotto negli Stati Uniti”. Contemporaneamente ha mostrato l’anticipazione del processore server Clearwater Forest anche questo basato su 18A, con lancio previsto nella prima metà del 2026. Entrambi i chip e altri prodotti 18A saranno prodotti in Fab 52, il nuovo stabilimento di Intel ad Chandler, Arizona, che dovrebbe entrare in produzione ad alto volume entro fine anno secondo Intel.
Le promesse includono “catalizzatori per l’innovazione” derivanti dall’integrazione fra progettazione, processo, packaging avanzato e produzione interna. Il CEO Lip-Bu Tan ha sottolineato che gli Stati Uniti restano il fulcro della R&D e produzione avanzata di Intel un messaggio con doppio scopo politico e tecnologico.
Tecnologia 18A: novità, limiti e dubbi ragionati
Sul piano tecnico, 18A introduce due innovazioni chiave segnalate da Intel: RibbonFET (gatti-all-around transistor) e PowerVia (alimentazione posteriore). Intel afferma vantaggi di performance o efficienza rispetto a Intel 3: nei modelli a basso voltaggio 18A può garantire +18 % di frequenza o –38 % di potenza; in modalità ad alto voltaggio +25 % o –36 %. Altri dati ufficiali citano miglioramenti del 15 % in prestazione per watt e 30 % in densità rispetto a Intel 3.
Ma non tutto è roseo: il 18A è attualmente in risk production, non in piena produzione di massa. Le rese (yield) su un nodo così avanzato sono storicamente difficili, e ottenere volumi utili per il mercato è una sfida tecnica e finanziaria non banale. È lecito chiedersi se Intel riuscirà a scalare il 18A in modo competitivo contro i nodi avanzati di TSMC o Samsung.
I commentatori del settore segnalano anche che l’efficienza promessa di 18A sul piano energetico dovrebbe almeno pareggiare quella di Lunar Lake (che sfruttava nodi esterni come TSMC N3B) per dare credibilità alla roadmap Intel. Se 18A non manterrà queste promesse, il gap resta concreto.
Panther lake: realtà, potenzialità e rischi
Panther Lake è il prodotto di punta client su cui Intel punta molto. Si tratta di chip per notebook ad alte prestazioni, dotati di transistor RibbonFET / PowerVia, ibridi P-core / E-core, e integrazione GPU (Xe^3). Ai demo interni sono state mostrate applicazioni reali, rendering e carichi AI, per suggellare che il silicio “funziona” Tom’s Hardware.
Intel ha dichiarato che Panther Lake offrirà fino al 50 % di prestazioni in più rispetto alla generazione precedente (Lunar Lake) . Questo numero serve da headline, ma va letto con cautela: dipende dal workload, dall’efficienza del sistema, dal packaging, dal bilanciamento termico, dall’adozione da parte degli OEM.
Secondo alcune fonti, Intel lancerà inizialmente solo una variante di Panther Lake entro il 2025, con rollout completo previsto nel 2026. Le specifiche trapelate parlano di configurazioni come 4 P-core + 8 E-core con 4 core Xe3 (in modalità 45 W). Un’altra fonte menziona che Panther Lake nei suoi pacchetti includerà tile compute 18A insieme a die base su Intel 3, con I/O su Intel 7.
I rischi maggiori: rese insufficienti, consumi generosi, vincoli termici nei laptop compatti, ritardi nella catena fornitrice e problemi di packaging avanzato.
Clearwater forest: il server è parte cruciale del rilancio
Clearwater Forest è il tentativo di portare 18A nel mondo server / datacenter. Originariamente atteso per fine 2025, è stato posticipato al primo semestre 2026, per problemi legati al packaging e alle complessità dell’assemblaggio 3D/ibrido. Intel dichiara che la ragione del ritardo non è nel nodo 18A in sé, ma nelle tecnologie di packaging richieste per connettere i diversi die / tile.
Quando sarà disponibile, Clearwater Forest potrà integrare decine o centinaia di core (alcune fonti parlano di fino a 288 core per socket) e cache molto ampia. Questo design “all-E-core” è pensato per carichi paralleli (web services, inference AI, cloud nativo) piuttosto che per prestazioni single-thread dominanti.
La strategia server è vitale: Intel non può permettersi di rimanere esclusivamente sul mercato client. Se Clearwater riuscirà, darà credibilità alla roadmap 18A. Se fallisce o si manifesta con rese scarse e costi elevati, il rischio è che Intel “perdi il secondo tempo” contro AMD o nuovi archi basate su ARM.
Impatto strategico: scommessa alta, ma ben calcolata?
Questa mossa è una scommessa. Intel sta puntando moltissimo sul ritorno alla leadership nei nodi di processo, all’integrazione verticale (IDM + foundry) e alla capacità di competere con TSMC. L’uso del messaggio “prodotto negli Stati Uniti” ha anche un peso geopolitico, in un’era in cui le supply chain e incentivi (CHIPS Act) premiano chi produce in patria.
Se Panther Lake e 18A scalano con successo, Intel può riguadagnare margini e credibilità come fornitore non solo di CPU, ma anche come foundry per clienti esterni. Ma il rischio è che investimenti enormi restino sotto-utilizzati se il mercato non accoglie con forza il salto tecnologico.
Le prossime metriche che osserverei con attenzione: le rese su 18A (quanti wafer validi per fab), l’adozione da parte degli OEM per Panther Lake (quanti modelli laptop lo supportano), la latenza del lancio di Clearwater (quanto viene posticipato ancora), e i margini/rendimenti reali rispetto alle previsioni.