La corsa all’intelligenza artificiale sta riscrivendo le regole dell’energia negli Stati Uniti, e non in modo elegante. The AI era is giving fracking a second act, un colpo di scena per un’industria che già durante il boom dei primi anni 2010 veniva accusata di avvelenare falde acquifere, provocare terremoti indotti e prolungare la dipendenza dai combustibili fossili. Le aziende AI stanno costruendo data center mastodontici vicino ai principali siti di produzione di gas, generando spesso energia in proprio sfruttando fonti fossili. Una tendenza in gran parte oscurata dai titoli sulle applicazioni AI in sanità o lotta al cambiamento climatico, ma destinata a ridefinire le comunità che ospitano queste strutture.
Il caso più recente riguarda Poolside, startup di assistenza alla codifica AI, che sta costruendo un complesso di data center su oltre 500 acri in West Texas, a circa 300 miglia a ovest di Dallas, due terzi delle dimensioni di Central Park. Il progetto Horizon genererà la propria energia sfruttando il gas naturale del Permian Basin, il campo petrolifero e di gas più produttivo del paese, dove la fratturazione idraulica non è solo comune, ma l’unico gioco in città. Horizon produrrà due gigawatt di potenza computazionale, equivalenti all’intera capacità elettrica della diga di Hoover, tranne che invece di utilizzare l’acqua del Colorado, brucerà gas estratto tramite fracking. Poolside sviluppa il progetto con CoreWeave, fornitore di accesso a oltre 40.000 chip Nvidia AI. Il Wall Street Journal parla di un vero e proprio “energy Wild West” e il termine calza a pennello.
OpenAI non è da meno. Lo scorso mese il CEO Sam Altman ha visitato il data center Stargate ad Abilene, Texas, a circa 200 miglia dal Permian Basin, dichiarando candidamente: “Stiamo bruciando gas per far funzionare questo data center”. Il complesso richiede circa 900 megawatt di elettricità distribuiti su otto edifici, incluso un nuovo impianto a gas con turbine simili a quelle delle navi da guerra. L’energia fornita dal gas rappresenta un backup, mentre la maggior parte proviene dalla rete locale, che combina gas naturale e i vasti parchi eolici e solari del West Texas.
Le comunità locali, però, non sono entusiaste. Arlene Mendler, residente di fronte a Stargate, ha raccontato all’Associated Press che la vita tranquilla cercata 33 anni fa è stata sostituita da rumore incessante e luci notturne invadenti. In West Texas, dove l’acqua è scarsa, c’è preoccupazione anche per l’impatto idrico dei data center. Oracle dichiara un fabbisogno annuo di soli 12.000 galloni per edificio dopo un primo riempimento da un milione di galloni, ma secondo Shaolei Ren dell’Università della California, Riverside, questa stima ignora il consumo indiretto legato alla generazione di elettricità.
Meta segue strategie simili in Louisiana e Texas, costruendo impianti da gigawatt alimentati da gas fratturato. xAI a Memphis utilizza gas naturale acquistato sul mercato spot e convogliato tramite due compagnie di pipeline, mentre la corsa al gas è giustificata non solo dalla necessità di elettricità, ma anche dal desiderio di battere la Cina nella corsa all’IA. Chris Lehane, vicepresidente di OpenAI, evidenzia che il Paese avrà bisogno di generare circa un gigawatt di energia a settimana per mantenere il passo con i progetti cinesi, che hanno costruito 450 gigawatt e 33 centrali nucleari nell’ultimo anno.
L’amministrazione Trump ha accelerato i progetti AI a gas con permessi semplificati e incentivi finanziari, escludendo le rinnovabili dal sostegno. Nel frattempo, gli utenti finali rimangono inconsapevoli dell’impronta carbonica nascosta dietro i loro strumenti digitali, concentrandosi sulle capacità come Sora 2 di OpenAI, che richiede energia esponenzialmente superiore a un semplice chatbot.
Se questa corsa fosse una bolla, il risultato non sarebbe piacevole. La dipendenza circolare tra OpenAI, Microsoft, Nvidia, Broadcom, Oracle e gli operatori di data center crea un ecosistema fragile. Uno studio della Duke University rileva che le utility utilizzano mediamente solo il 53% della loro capacità disponibile, suggerendo margini per gestire nuova domanda senza costruire impianti aggiuntivi. Ridurre temporaneamente il consumo dei data center durante i picchi annuali potrebbe assorbire fino a 76 gigawatt, praticamente tutta la domanda prevista dai data center entro il 2029. Invece, la fretta di costruire impianti a gas lascia comunità locali con costi energetici elevati e infrastrutture fossili vincolanti per decenni.
Investimenti privati in piccoli reattori modulari e solare, nonché startup di fusione come Helion e Commonwealth Fusion Systems, promettono alternative più pulite. Il mercato azionario mostra ottimismo, ma nel frattempo le persone che vivono vicino ai progetti sono quelle che pagheranno il conto, sia finanziario sia ambientale, senza averlo scelto.
La corsa all’IA ha trasformato il fracking in una seconda vita, riscrivendo l’economia energetica americana, e il Wild West dell’energia non mostra segni di rallentamento.