BlackRock si muove come un colosso silenzioso dentro la tempesta dell’intelligenza artificiale. Ha appena investito oltre 3 miliardi di dollari in obbligazioni per finanziare la costruzione di Hyperion, il nuovo data center da 27 miliardi di dollari di Meta in Louisiana. L’operazione, orchestrata da Morgan Stanley, mostra quanto l’infrastruttura fisica dietro l’IA stia diventando la nuova corsa all’oro di Wall Street.

Il progetto, secondo S&P Global Ratings, è controllato per l’80% da Blue Owl Capital, gigante del private credit che ormai si comporta più come una banca d’investimento che come un fondo alternativo, mentre Meta detiene il restante 20%. È un modello di partnership che riscrive le regole della finanza tecnologica: il capitale privato costruisce, le Big Tech consumano, gli investitori raccolgono il flusso di cassa come se fosse il nuovo petrolio digitale.

Hyperion non è solo un data center. È il simbolo di una fame di calcolo senza precedenti, quella che alimenta la rivoluzione dell’IA generativa. Ogni nuovo modello linguistico, ogni sistema di raccomandazione o visione artificiale ha bisogno di migliaia di server, chip e megawatt. E quando la scala diventa planetaria, anche la finanza deve reinventarsi. Il private debt, un tempo nicchia per operazioni a basso profilo, oggi è il motore segreto che spinge la nuova economia cognitiva.

Il messaggio è chiaro: se l’IA è il cervello, i data center sono il corpo, e BlackRock ha deciso di comprarne il DNA.