I data scientist sono stanchi. Non dei dati. Quelli abbondano, tracimano, implodono. Sono stanchi dei tool. Delle pipeline spezzettate, dei notebook Frankenstein, dei deployment che somigliano a esperimenti nucleari. Oracle, storicamente allergica al minimalismo, ha finalmente capito che per vincere in un mondo dominato da GPU, embedding e inferenza neurale serve una cosa sola: coerenza. E con Oracle Machine Learning per Python 2.1, lancia una provocazione in codice: “Perché separare l’intelligenza dai dati, quando puoi integrarli nel cuore stesso del database?”