È uno di quei sogni che tormentano da decenni i laboratori di intelligenza artificiale: un sistema che non si limita a imparare dai dati, ma che evolve, si modifica e si migliora da solo, quasi come una creatura vivente. La macchina di Gödel, ideata da Jürgen Schmidhuber, è stata per molto tempo un’idea teorica elegante ma impraticabile: un’IA capace di riscrivere il proprio codice solo se può dimostrare matematicamente che la modifica è vantaggiosa. Ecco la vera scommessa: provare, prima di agire, che il cambiamento è migliore. Facile a dirsi, impossibile a farsi. Ora però, con l’avvento di modelli fondazionali sempre più potenti e l’ispirazione evolutiva della selezione darwiniana, la visione si avvicina alla realtà sotto forma di quella che si chiama la macchina Darwin-Gödel.
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Sakana AI, una startup di intelligenza artificiale con sede a Tokyo, di cui abbiamo parlato recentemente sta cercando attivamente di attrarre più investitori strategici in Giappone, spinta dalla crescente rivalità tra Stati Uniti e Cina. Questo clima geopolitico sta spingendo il Giappone a migliorare il proprio ecosistema di intelligenza artificiale, come evidenziato dal recente successo di finanziamento dell’azienda.

Il futuro: un ricercatore di intelligenza artificiale completamente automatizzato che migliora se stesso in modo aperto (LLM²).
Sakana AI, una startup giapponese, ha introdotto un sistema innovativo chiamato The AI Scientist, che afferma di automatizzare l’intero processo di ricerca scientifica. Questo modello di intelligenza artificiale, sviluppato in collaborazione con ricercatori dell’Università di Oxford e dell’Università della Columbia Britannica, è progettato per condurre autonomamente ricerche, dalla generazione di idee alla scrittura e revisione di articoli scientifici.