
Ci hanno recapitato in redazione Il Libro della Zohar (Sacred). Non un’edizione tascabile, ma una versione monumentale, con copertina rigida e pagine in pergamena. Il nostro primo pensiero? “Ecco un altro tentativo di vendere spiritualità a buon mercato”. Ma, dopo aver sfogliato qualche pagina, la curiosità ha preso il sopravvento. Se in fondo, ci fosse qualcosa di più? Qualcosa che potesse illuminare le ombre dell’intelligenza artificiale con la luce della mistica?
Nel panorama attuale dell’intelligenza artificiale, molti sistemi continuano a lottare con due limiti apparentemente insormontabili. Primo, la dipendenza da domini specifici è quasi patologica: un modello addestrato sulla medicina difficilmente sa cosa fare se spostato nel campo della finanza. Secondo, e forse più grave, l’AI tradizionale ha trascurato quasi completamente la componente emotiva e comportamentale della conoscenza, concentrandosi quasi esclusivamente sugli aspetti cognitivi e implementativi.