
Nonostante un dispiegamento militare senza precedenti della United States Department of Defense nei Caraibi bombardieri, portaerei, attacchi aerei i trafficanti di droga latino‑americani continuano a muoversi più rapidamente della macchina bellica americana. Le sofisticate reti che vanno dai campi di coca della Colombia ai porti di ingresso negli Stati Uniti si adattano più in fretta delle contromisure di Washington, alimentando un commercio da miliardi di dollari.
La traiettoria letale del fentanyl: la maggior parte del Fentanyl che entra negli Stati Uniti origina da precursori cinesi e del Sud‑Est asiatico, spediti verso i porti pacifici del Messico e lavorati nello stato del Sinaloa. Da lì attraversano il confine sud‑occidentale, spesso nascosti in auto o camion guidati da cittadini statunitensi. Il dato di 12.000 libbre sequestrate nell’ultimo anno fiscale nei valichi di frontiera (tra cui Nogales, Arizona) riflette una realtà: il narcotraffico segue la domanda americana.
La conveyor della cocaina: la Colombia resta l’epicentro, producendo circa 3.000 tonnellate di cocaina nel 2023 livello record. Le rotte si snodano attraverso la costa pacifica dell’Ecuador, gli aeroporti della Venezuela e le isole caraibiche: barche veloci, pescherecci, persino “narco‑sottomarini” capaci di trasportare oltre cinque tonnellate di cocaina per viaggio. Alcuni sono arrivati fino in Europa e Australia.
Il ruolo del Venezuela: elementi corrotti all’interno della milizia venezuelana permettono voli di cocaina e spedizioni marittime di muoversi liberamente, spesso in coordinamento con cartelli colombiani. La posizione strategica del paese è diventata un hub chiave, mentre il presidente Nicolás Maduro affronta una crescente pressione statunitense e un’“accerchiamento” navale.
La nuova “guerra alla droga”: dal settembre 2025 l’amministrazione Donald Trump ha autorizzato attacchi contro 15 presunte imbarcazioni narco‑traffico, uccidendo 61 membri di equipaggio. Gli asset dispiegati includono bombardieri B‑52, jet F‑35, Marines su portaerei, e la portaerei USS Gerald R. Ford — uno spettacolo di forza che non si vedeva nella regione dagli anni ’80. I critici però parlano di uccisioni extragiudiziali, avvertendo che si sfuma la distinzione tra contrasto criminale e guerra.
L’analisi: i trafficanti restano avanti
Anche se le forze statunitensi intensificano le interdizioni, i trafficanti evolvono cambiano le rotte, usano container, sfruttano stati deboli. I cartelli colombiani ora impiegano strumenti di mapping IA e comunicazioni marittime criptate per sfuggire alla rilevazione. Per ogni imbarcazione distrutta, decine passano inosservate.
Un inseguimento costoso ed eterno
Gli schemi e le mappe raccontano una storia desolante — la domanda americana sostiene un’economia criminale globale che nessuna armata potrà fermare del tutto. Per Washington la “guerra alla droga” è tanto geopolitica quanto narcotici, con Venezuela, Cina e Russia intrecciati nel nuovo fronte.