Quando un colosso come Meta inizia a parlare apertamente di “democratizzazione tecnologica”, è naturale che il cinismo faccia capolino. Ma il messaggio è chiaro: l’open source nell’intelligenza artificiale non è più un tema da sviluppatori nerd o accademici con l’ossessione per la libertà del software, è il cuore pulsante della prossima ondata di crescita economica americana. Altro che “libertà digitale”, qui si parla di soldi. Tanti.
Meta, nel suo ennesimo tentativo di apparire più simile a una fondazione benefica che a un monopolista con mire globali, spinge l’idea che i modelli AI open source come il suo celebre LLaMA, scaricato oltre un miliardo di volte siano il grande equalizzatore. In un’epoca in cui Nvidia e OpenAI tengono i rubinetti del potere tecnologico ben saldi, offrire modelli “gratis” suona come la versione moderna del “land of opportunity”. Ma il messaggio va oltre la filantropia tech: questo tipo di intelligenza artificiale può e lo sta già facendo ridisegnare il panorama competitivo, a partire dalle PMI americane.