Se la Silicon Valley fosse una religione, oggi il suo dio si chiamerebbe Jensen Huang, il suo vangelo sarebbe il chip H100 di Nvidia, e il suo profeta sarebbe Daniel Ives di Wedbush. Secondo la sua ultima rivelazione agli investitori, 30 nomi tech guideranno la nuova crociata digitale: quella dell’AI Revolution, un’ondata tecnologica che promette di riscrivere le regole della produttività, dell’economia e del potere geopolitico. In altre parole, benvenuti nella Quarta Rivoluzione Industriale: stavolta non servono motori a vapore, bastano GPU e Large Language Models.

La narrazione, a metà tra la visione messianica e la strategia da hedge fund, è chiara: l’intelligenza artificiale generativa non è solo una moda, ma l’inizio di un ciclo di spesa da 2.000 miliardi di dollari, avviato dalla nascita di ChatGPT a fine 2022. È stato quello l’evento scatenante, la scintilla nella polvere, l’apertura dei cieli per l’intero settore tecnologico. E oggi, se vuoi partecipare alla festa, devi inchinarti ai veri padroni dell’infrastruttura: Nvidia e le sue GPU, oggi considerate il nuovo petrolio e l’oro della civiltà algoritmica.

Daniel Ives ci tiene a specificare: per ogni dollaro speso in Nvidia, si generano da 8 a 10 dollari di spesa aggiuntiva nell’ecosistema tech. Una leva moltiplicativa che richiama alla mente i tempi d’oro di Internet negli anni ’90, ma con steroidi. Ecco quindi perché Microsoft, Amazon, Google, e ora anche Oracle sono chiamati “hyperscalers”: i nuovi imperatori del cloud, pronti a capitalizzare il bisogno di potenza computazionale e architetture AI-ready.

Nel software, la battaglia è già iniziata. Con nomi come Palantir, ServiceNow, Snowflake e Salesforce, Wedbush scommette su quei player in grado di offrire AI-as-a-Service, integrando modelli linguistici, analytics predittivi e automazioni nei flussi di lavoro aziendali. Non si tratta più di vendere software, ma intelligenza operativa preconfezionata, pronta all’uso e con margini da far impallidire i SaaS tradizionali.

Ma attenzione, l’AI non è solo una faccenda da ingegneri. L’effetto domino colpirà anche il consumer internet, ovvero quei colossi che hanno già in tasca i dati comportamentali di miliardi di utenti: Apple, Meta, Alibaba e Baidu. Gli analisti sono chiari: l’impatto dell’AI sul consumer sarà massivo, e passerà proprio dai servizi cloud di AWS e GCP, che stanno costruendo offerte AI verticali da rivendere alle loro enormi basi installate. In pratica, l’AI come plugin predefinito per ogni business digitale.

Anche la sicurezza informatica si risveglia: se l’AI è il nuovo oro, i cybersecurity player come Palo Alto Networks, Zscaler e CyberArk saranno i caveau. Ives non lo dice apertamente, ma la logica è evidente: più dati sensibili e modelli proprietari girano nella rete, maggiore sarà il bisogno di proteggerli. La corsa alla protezione dell’intelligenza artificiale è già iniziata.

Infine, c’è la parte romantica di tutto questo. Autonomous driving, robotics, energia nucleare modulare. Qui entra in scena Tesla, sempre nel mezzo tra hype e realtà, e la sorpresa Oklo, startup nucleare sponsorizzata da OpenAI che promette microreattori per alimentare i data center del futuro. Sì, perché l’intelligenza artificiale non solo consuma elettricità: divora intere reti elettriche, e chi saprà fornirla in modo stabile e pulito sarà il nuovo Rockefeller.

La lista dei 30 titani dell’AI, secondo Ives, è una guida per sopravvivere – o prosperare nella nuova era digitale. Non è un consiglio finanziario, ma poco ci manca. I prossimi trimestri, a partire da questo 2025 già descritto come “anno dell’inflection point”, vedranno una transizione da prototipi a implementazioni di massa, con casi d’uso sempre più verticali, da sanità a fintech, da logistica a educazione.

La guerra dei chip è appena cominciata. AMD si sta affacciando alla porta, TSMC continua a stampare il futuro, Broadcom e Micron aspettano il loro turno per salire sul palco. Ma oggi, c’è un solo nome scolpito sul trono dell’AI: Nvidia. Con Jensen Huang nella veste del papa tech, armato non di croce, ma di CUDA Cores.

E mentre gli altri corrono, lui sorride. Perché ha già capito che nel mondo nuovo, chi controlla la GPU, controlla il destino.

Fonte: Wedbush AI Revolution – Wedbush Securities

Hyperscalers: Microsoft (NASDAQ:MSFT), Google (NASDAQ:GOOG) (NASDAQ:GOOGL), Amazon (NASDAQ:AMZN) and Oracle (NYSE:ORCL).

Software: Palantir Technologies (NASDAQ:PLTR), Salesforce (NYSE:CRM), IBM (NYSE:IBM), ServiceNow (NYSE:NOW), Snowflake (NYSE:SNOW), Adobe (NASDAQ:ADBE), Pegasystems (NASDAQ:PEGA), MongoDB (NASDAQ:MDB), C3.ai (NYSE:AI), Elastic (NYSE:ESTC), Innodata (NASDAQ:INOD), AND SoundHound AI (NASDAQ:SOUN).

Consumer Internet: Apple (NASDAQ:AAPL), Meta (NASDAQ:META), Alibaba (NYSE:BABA) and Baidu (NASDAQ:BIDU).

Cybersecurity: Palo Alto Networks (NASDAQ:PANW), Zscaler (NASDAQ:ZS) and CyberArk Software (NASDAQ:CYBR).

Autonomous/Robotics: Tesla (NASDAQ:TSLA) and Oklo (NYSE:OKLO).

Semiconductor/Hardware: Nvidia (NASDAQ:NVDA), Advanced Micro Devices (NASDAQ:AMD), Taiwan Semiconductor Manufacturing (NYSE:TSM), Broadcom (NASDAQ:AVGO) and Micron Technology (NASDAQ:MU).