Tesla ferma l’acquisto di componenti per Optimus, segno che qualcosa nel sogno del robot umanoide si è inceppato. Dietro la cortina di fuoco delle aspettative mediatiche e delle dichiarazioni ottimistiche, emerge la realtà di una revisione progettuale che Tesla non può più rimandare. L’azienda ha infatti sospeso gli ordini per i componenti di Optimus, una mossa che non è una semplice battuta d’arresto ma un vero e proprio riassetto tecnico strategico. LatePost, media tecnologico cinese, svela che le modifiche riguardano tanto l’hardware quanto il software, due aspetti che in un robot umanoide come Optimus sono l’anima e il corpo, e che non possono essere trattati come variabili indipendenti o marginali.
La supervisione del progetto è passata di mano: Ashok Elluswamy, vicepresidente del software di intelligenza artificiale di Tesla, ha preso il comando dopo l’uscita di scena di Milan Kovac, ex responsabile del progetto. Questo cambio al vertice riflette più di un semplice rimpasto organizzativo, è il segnale di un cambio di paradigma nella gestione di Optimus, che ora pone al centro il software e l’intelligenza artificiale, ovvero il vero motore dell’innovazione in un prodotto che da semplice assemblaggio meccanico deve diventare un’entità autonoma e reattiva. L’idea di un robot umanoide capace di muoversi e interagire con il mondo reale senza soluzione di continuità è ancora un miraggio tecnologico, ma Tesla tenta di aggirare l’ostacolo puntando su un’integrazione software più robusta e sofisticata.