La frase di Karpathy suona come una delle solite provocazioni della Silicon Valley: “Stiamo entrando in un nuovo paradigma del calcolo, con i modelli linguistici che agiscono come CPU, usando token invece di byte, e una finestra di contesto invece della RAM.” Il tutto condito da una nuova buzzword, ovviamente, LMOS – Language Model Operating System. Ma sotto la scorza da keynote, c’è qualcosa che merita di essere considerato seriamente. Karpathy, come spesso accade, non gioca per il clickbait, ma per la preveggenza.
Nel suo modello mentale, CPU diventa LLM, Byte diventa Token, RAM diventa Context Window, Sistema Operativo diventa LMOS. È una traslazione quasi poetica, se non fosse che sta già accadendo. Non parliamo più solo di software che gira su hardware, ma di linguaggio che gira su contesto, un flusso continuo di simboli che sostituiscono lo spazio fisico e binario del passato. E se all’inizio può sembrare solo un gioco di metafore, è nel dettaglio computazionale che questa rivoluzione diventa concreta.