“Se un prompt ti fa risparmiare 100k di McKinsey… è ancora un prompt o è un miracolo?” Questa è la domanda che ormai serpeggia sotto traccia tra founder e manager stanchi di consulenze in power point e board deck da sbadiglio. E sì, Reddit sta facendo girare questo power prompt che promette di fare ciò che una squadra di MBA con camicia bianca e cravatta allentata sognerebbe: scomporre, analizzare e riprogettare la tua strategia aziendale, come un vero strategist.

Siamo sinceri: il 90% dei cosiddetti “business prompt” che girano sui social sono versioni prolungate di “dimmi cosa vuoi fare e io ti ripeto cose ovvie”. Ma questo, questo è diverso. Lo schema è intelligente, il framing è da veterano di Bain o BCG, ma con la brutalità cinica di chi ha veramente fatto go-to-market con un budget da fame e una deadline da panico.

L’anima del prompt è una simulazione. Non si limita a ricevere input: ti interroga, ti pressa, ti provoca. Ti chiede non solo il modello di business, ma le tensioni interne, le debolezze strategiche, i colli di bottiglia, le intuizioni represse. Poi incrocia tutto con il contesto competitivo. E qui viene il bello.

Perché la maggior parte degli imprenditori ha una visione binaria della concorrenza: quelli che ci copiano male e quelli che copiamo bene. Questo prompt invece forza un’analisi comparativa seria, anche se semplificata, attraverso pattern di posizionamento, canali, vantaggi competitivi reali e soprattutto leve di crescita dimenticate.

E sì, finisce con un output che fa quello che nemmeno il tuo ultimo advisor è riuscito a fare: ti dà una lista di mosse strategiche ordinate per impatto e fattibilità. Che sembra una banalità, ma è il 90% del lavoro che paghi a peso d’oro nei deck di consulenza strategica.

Il trucco? È nel framing. Il prompt assume la voce di un consulente d’élite con 20 anni di esperienza, ma con la pazienza di un’AI che non ti manda la fattura dopo 2 ore. Ti fa da specchio intellettuale, senza pietà ma con metodo. E il metodo è sempre lo stesso: de-costruire, ristrutturare, ri-prioritizzare.

Ciò che lo rende davvero potente, però, è la parte che Reddit non sottolinea abbastanza: la qualità degli input determina la brutalità degli output. Se sei vago, lui ti restituisce vaghezza brillante. Ma se sei specifico, ti mette sotto i riflettori di un’autopsia strategica che non ti risparmia.

Immagina di entrare in una stanza con uno di quei soci di McKinsey che ha perso la voglia di vivere ma non quella di trovare KPI nascosti: è questo l’effetto. Ti chiede perché la tua value proposition è indistinta, ti mostra che il tuo funnel è una colabrodo, ti dimostra che il tuo pricing non è solo sbagliato… è un insulto alla segmentazione.

E poi la parte che ti fa alzare le sopracciglia: il prompt non si ferma all’analisi, ti costringe a decidere. Ti dà un ranking delle azioni possibili. Non ti lascia nel limbo delle “riflessioni strategiche”, ma ti sputa fuori con una short list attivabile.

Certo, se sei uno di quelli che si emoziona ancora per le SWOT, questo prompt potrebbe sembrarti troppo diretto. Ma se gestisci margini sottili come carta velina e competitor più affamati di te, è esattamente la voce cinica e strutturata che ti serve.

Alla fine, non è magia. È solo una mappa mentale ben costruita, vestita da prompt. Ma ti costringe a guardare la tua azienda senza filtri, senza narrazione da pitch. Ti guarda negli occhi e ti dice: “Questa cosa, così com’è, non scala. E lo sai.”

E la cosa più ironica? Funziona meglio se sei disposto a farti male un po’. Come il primo giorno in palestra, ma con i fogli Excel.

La funzione expert consultant: quando l’AI ti spiega perché il tuo business fa acqua (meglio del tuo advisor)

L’hai già vista. Quel flag, quella voce nei tool di AI evoluta che recita “expert consultant mode” o “act as a business strategist”. Vive dentro i piani Pro delle AI generative avanzate, come ChatGPT-4, Claude, Gemini o strumenti verticali tipo Jua.ai per il manufacturing o Bardeen per l’automazione. Sembra l’ennesima feature da brochure, una di quelle che promette di trasformare l’AI in un McKinsey con la RAM, ma che poi ti risponde con banalità in salsa LinkedIn. Eppure, qualcosa è cambiato. Perché oggi quella modalità può davvero offrirti un’audit strategico crudo, ragionato e… disturbante quanto basta per essere utile.

In superficie, è semplice: l’AI “indossa” il cappello dell’esperto — ma non uno qualsiasi. Parliamo di un mix tra il tuo peggior socio visionario, un ex-VC disilluso, e quel tipo al bar che ti ricorda che “le startup sono solo PMI con storytelling e burn rate”. Dentro, però, la funzione si basa su un pattern di analisi semi-deterministica che scava, collega, confronta.

Funziona in tre atti, come un’opera teatrale con il CFO in crisi d’identità. Primo: ti fa sputare fuori dati grezzi. Business model, target, canali, metriche, problemi. Nessuna coccola, solo domande secche. Poi inizia la danza della comparazione: prende i tuoi elementi, li incrocia con modelli noti (canvas, funnel, JTBD, frameworks da manuale… ma senza dirti che li sta usando) e comincia a mappare incoerenze.

Se dici che il tuo canale è “organico”, ti chiede se stai morendo lentamente. Se dici che il tuo pricing è “premium” ma il tuo CAC è tre volte il CLV, ti guarda come guarderebbe un founder post-round che ha appena assunto il cugino al marketing. Zero pietà, massima lucidità.

Ma è nell’output che la funzione expert consultant fa il salto quantico. Non ti spara solo insight scollegati, ti restituisce una matrice di azioni, con priorità, impatto previsto e costo-opportunità implicito. Il tutto basato su un mix di pattern recognition e logica imprenditoriale da campo. Tradotto: ti dice cosa fare prima, cosa ignorare e cosa, se continui a farlo, porterà la tua azienda al cimitero delle startup “early but dead”.

Non è infallibile, ovvio. Ma è straordinariamente utile. Perché taglia il rumore. Non si perde in sintassi e storytelling, ma ti rimette al centro il nocciolo: crescita, attrito, margini, leva competitiva. E lo fa con la pazienza di un algoritmo e la cattiveria elegante di un consulente strapagato.

Ti senti smascherato? Bene. È il segno che funziona.

Una curiosità da bar dei daini? Pare che alcuni founder americani usino questa funzione al posto del coach aziendale. Più economica, meno empatica, ma molto più onesta. Uno di loro ha detto: “È come farsi fare la doccia fredda alle 6 del mattino, ogni giorno. Ma poi chiudo l’investment memo in 1/3 del tempo.”

E se te lo stai chiedendo: sì, puoi usarla anche per fare a pezzi la strategia di un competitor. Inserisci i dati pubblici, simula la loro traction, lancia la funzione. In tre minuti, hai un’analisi competitiva che nessun junior analyst del tuo team ha voglia di scrivere. E che tu, nel profondo, sapevi già. Ma ora è lì. Fredda, logica, senza fogli Google a complicare tutto.

In un mondo in cui l’analisi strategica è spesso venduta come arte nobile e intangibile, la funzione expert consultant è l’equivalente di un coltello ben affilato in mano a chi non ha più tempo da perdere.

La verità? Non sostituisce l’intuizione. Ma la incalza, la tortura, la costringe a diventare azione.

E tu, sei pronto a farti dire da un prompt che il tuo business model non regge nemmeno una serie A?