Nell’ultimo convegno su AI e Dati a cui sono andato si è parlato molto di come i LLM siano già una soluzione affermata e stabile, con tanti pro e pochi contro. Presentazioni e discorsi di una tecnologia già fatta e finita, siamo già alla fine della storia dello sviluppo dell’AI?

Mi ricorda quando nel 1999 sono andato ad una presentazione Oracle su come l’allora Oracle Web Service fosse il non plus ultra del web enterprise, di come sarebbe stata la tecnologia del futuro per le big tech europee. Il fatto che nessuno oggi si ricordi che Oracle aveva una piattaforma per fare siti web descrive bene le mie perplessità.

Ora mi sembra di rivivere la stessa situazione con l’AI, siamo agli albori di una tecnologia in cui ora vediamo tante soluzioni che probabilmente vedremo sparire i prossimi anni, tipo la RAG, che saranno sostituite o inglobate da qualcosa di più immediato e tecnologicamente evoluto.

Per capire a che punto siamo con lo sviluppo della AI un modo efficace può essere quello di un confronto col passato.

Ce la ricordiamo l’evoluzione del web?

Hai iniziato a lavorare prima del 2000? Te la ricordi l’evoluzione di internet dal 1995 ad oggi? Facciamo un reCap?

1995–2000: Il Web 1.0

Com’era internet tra il 1995 e il 2000 ve lo ricordate? Le connessioni lente con i modem a 56k e i collegamenti dial-up con quel classico suono che oramai sembra più antico di Tranqi Funky degli Articolo 31.

Le tecnologie principali erano ancora completamente artigianali, le pagine erano in HTML statico oppure con programmini, i CGI, scritti in shell, in C o se eri fortunato in Perl. Nasce anche il JavaScript (si sono fatti anche sbagli) e il linguaggio di moda era Java.

I browser erano 2: Netscape Navigator e Internet Explorer. All’epoca IE era il più figo dei 2, ma Netscape aveva anche il client di email incluso.

I siti erano pochi, era costoso fare un sito web, e c’erano le big tech anche allora: Altavista, Yahoo, Excite e Lycos. Esistevano i “portali web” che erano la home page di molti di noi.

Le email erano parte dell’abbonamento internet e nacquero i primi messenger: ICQ e MSN Messenger con i testi glitterati.

La risoluzione degli schermi più costosi era 1024×768.

2000–2005: La diffusione di Internet e l’inizio della dinamicità

Si affermano le nuove tecnologie Web: PHP, MySQL, ASP.NET (e lo strano ibrido delle servlet Java) danno il via ai contenuti dinamici ed ai Blog. Nascono i siti web interattivi ed i CMS alla portata di tutti come WordPress (2003).

Parallelamente abbiamo avuto le connessioni più rapide: ADSL e prime connessioni broadband, che venivano testate misurando i tempi di scaricamento di 1 canzone da Napster.

Arrivano i social media pionieri: Friendster e MySpace.

2005–2010: arrivano il Web 2.0 e l’ascesa del social e del mobile

Arriva il Web 2.0 con i contenuti generati dagli utenti. Tantissimi hanno un blog o un sito dove scrivere i propri pensieri.

Arrivano i primi social network di larghissimo uso : Facebook, YouTube cambia in social nel 2005, e Twitter.

Internet sullo smartphone. Arriva il boom degli iPhone e di Android (2008). Si inizia lo sviluppo di app mobili e degli store. Spariscono Symbian, Blackberry e Windows Phone, ma soprattutto spariscono i telefonini Nokia.

Arriva l’home banking: le banche iniziano a fornire i servizi online e a chiudere le filiali nei paesini più piccoli.

Arriva anche il cloud computing. Internet è così capillare che iniziamo a salvare le cose “nel cloud”.

2010–2015: Mobile first e Internet ovunque

Smartphone e app la fanno da padrone, boom di Android e iOS, il primo utilizzabile da tutti i marchi seguendo la filosofia open source, il secondo dedicato solo agli iPhone. Inizia una guerra commerciale a colpi di app, brevetti sui bordini stondati e cover di dubbio gusto.

Responsive design, i siti si adattano alle tante dimensioni di schermo dei telefonini, il traffico web per il 90% proviene dagli smartphone.

La maggiore multimedialità, la standardizzazione delle API e gli smartphone sempre connessi danno il via ai servizi di Streaming Media da Netflix a Spotify. Finisce l’era dei Bluray e dei DVD.

2015–2020: AI, IoT e Web evoluto

Internet of Things (IoT), internet arriva al resto di elettromestici, weareable e device che di solito chiamo inutilities. Arriva Alexa per comandare le lampadine e sentire musica, ma in mono e da altoparlantini di scarsa qualità. Ma vuoi mettere la soddisfazione di ordinare di accendere e spegnere le luci?

AI & Big Data: machine learning, chatbot, raccomandazioni intelligenti diventano i nostri migliori consigliori, ma anche “predatori” di dati, più utilizziamo strumenti digitali più iniziamo ad essere pesantemente catalogati.

HTTPS ovunque. Crescendo la tecnologia crescono anche le malefatte online. Una sicurezza più diffusa diventa necessaria.

Non tutto va bene, la realtà aumentata e virtuale su cui le aziende hanno investito miliardi di dollari stagnano in mercati di nicchia.

2020–oggi (2025): Web decentralizzato e AI

Mettere l’AI ovunque: soprattutto l’AI generativa (ChatGPT, Gemini, DALL·E, Copilot), l’automazione ha un level up importante. Si passa dalla Business Intelligence al Business Data Driven dall’IA.

Web3: tra NFT e criptovalute il mercato economico scopre che c’è un mercato finanziario che vive solo sul web. Iniziano le prime transazioni finanziarie comandate dalla AI.

Oltre il 5G si cercano soluzioni nuove per una connettività più stabile e capillare.

Nasce l’Edge computing: elaborazione dati più vicina all’utente. Non ho mai capito che cosa vogliano intendere veramente, ma ho capito che è un modo nuovo per dire che la tecnologia hardware è diventata più potente, e tante cose si possono fare “in casa”.

Nasce la Green IT, arriva il momento di fare attenzione alla sostenibilità delle infrastrutture internet, o come dico io di trovare scuse credibili per aumentare il consumo di elettricità dicendo che sta diminuendo.

A quale lustro corrisponde lo stato attuale dell’AI?

Dopo questo doveroso amarcord, sapreste dire l’AI di oggi a quale lustro corrisponde se la volessimo confrontare (si, c’è una parola italiana che si può usare al posto di comparare) con l’evoluzione del web? Io ho la mia idea ed è molto chiara.

Primo lustro: AI 1.0

Oggi siamo agli albori, all’inizio del percorso dello sviluppo della AI e delle sue tecnologie, siamo ancora all’artigianato dell’intelligenza artificiale.
I big tentano le loro strade, pionieristiche sicuramente ma spesso legate più al mercato economico che a vere e proprie evoluzioni determinate dall’uso degli utenti.
Ci sono un po’ di problemini, che possiamo ipotizzare dalle esperienze passate sul web. Vediamo quali.

Obiettivi non definiti. Diciamolo chiaramente: se dal punto di vista scientifico e industriale c’è una idea chiara e una direzione ben precisa sullo sviluppo della AI, a livello utente consumer non abbiamo ancora capito bene cosa farci.

Tolti i micro boom come la ghiblizzazione di foto, la generazione automatica di testi e l’uso fantasioso degli studenti delle scuole superiori, sembra che stiamo arrivando ad uno stallo.

Scarsa preparazione. É vero che a livello professionale si stanno moltiplicando gli strumenti per la produzione massiva di contenuti per siti web e social, ma è altrettanto vero che i canali di distribuzione, come il mondo Meta e soprattutto la search di Google, sembrano soffrire questa marea di contenuti.

Costi elevati: Oltre a questo facciamo il punto sulla tecnologia elettronica necessaria alla AI, l’hardware è ancora abbastanza costoso, quindi è ancora ad appannaggio delle grandi aziende e mettere un LLM in casa richiede migliaia di euro.

Monopolio de facto. Altro stallo è dato dal fatto che le GPU più adatte sono ancora solo quelle della NVidia, Intel e AMD sembrano ancora ferme al palo, e le Cinesi Loongson e Lingjiu Microelectronics tecnologicamente stanno ancora 10/15 anni addietro.

Che poi non è una cattiva notizia se volete entrare nel business delle GPU per l’AI casalinga.
Dopotutto quelle che ho descritto come limiti e problemi, se visti con l’occhio visionario e fantasioso del genere umano, dimostrano che ci sono tante nuove opportunità da cogliere. Siamo nello stesso periodo del Web 1.0

Secondo lustro: soluzioni facili da implementare

Continuando con il confronto tra AI e storia del web possiamo dire che il passo successivo sarà la diffusione dell’AI e della ricerca per usarlo in soluzioni dinamiche.

Ci sono molte cose che dovremo superare, così come sono state superate in passato.

Troppe skill necessarie. NVidia ha già presentato il suo minipc per l’AI, ma al momento le vendite non sembrano prendere il largo. Questo freno sullo sviluppo della AI, secondo me, è dovuto alla difficoltà di mettere in piedi un sistema di AI, a meno che non hai skill adeguate ed una skin da nerd nello zainetto.

Hai lo strumento ma è difficilissimo da usare, oggi l’AI è come un martello col manico di corda, riconosciamo la potenza dello strumento ma ci mancano i supporti adatti per renderlo disponibile a chiunque.

Anche per lo sviluppo della AI vale la frase “c’è sviluppo solo quando la tecnologia è alla portata di tutti”

Fidatevi, uno strumento AI non è come una app che puoi installare con un tocco…
…per quanto Ollama sia una soluzione non così difficile da implementare per avere una versione personale di LLM, rimane il problema di comprare un pc da 7000€ per evitare una spesa di 0,40€ ogni 1000 token offerta dai big via API.
A proposito avete letto la serie di articoli sui token, si?

Soluzioni chiavi in mano. Alla AI oggi manca di fatto quello che PHP, MySql e WordPress sono stati per il web, e guarda caso sono tutti prodotti open source, tanto per dare valore alla frase sullo sviluppo e la tecnologia alla portata di tutti.

Quello che ancora manca è uno strumento facilmente installabile su un hardware che hai già in casa, o con un power up relativamente facile da acquistare, per avere il tuo personale strumento di AI da utilizzare.

Terzo lustro: presente quando serve

Non basta una app su uno smartphone per dire di utilizzare l’AI sempre e ovunque.
Per uno sviluppo della AI simile a quello del web questa deve essere utile, ma soprattutto economica sia nel costo che nell’imparare ad usarla.
Così come lo sono stati i primi smartphone collegati 24h a internet.

Di certo non mi aspetto di avere Jarvis sul mio smartphone, ma qualche automatismo grazie alla AI sarebbe comodo, tipo non far suonare la sveglia a tutto volume se il telefono è in movimento, o magari eseguire comandi un po’ più complessi di “chiama casa”.

Un altra cosa, su cui francamente sto facendo più di un pensiero, è la gestione dei consumi domestici. Pensate ad un termostato che preveda la temperatura ideale nelle stanze, o della luce, integrando i dati delle sveglie dei componenti della famiglia, del bel tempo o della pioggia e quant’altro serva a svegliarsi alla temperatura e alla luce ideale non sarebbe affatto male.

Il tutto integrando elementi che hai già in casa come smartphone e telecamere, sarebbe una soluzione migliore di comprare e installare costosi sistemi di domotica.

E che ne pensate di presentarsi in un ufficio pubblico ed avere una app che ti mostra cosa scrivere sui moduli da compilare?

Tutto questo però deve essere supportato da uno sviluppo dell’hardware e di un abbattimento dei costi, e se pensate a come si è evoluto l’hardware 20 anni fa è una prospettiva realizzabile.

Un futuro imprevedibile

Se riguardiamo all’evoluzione del web negli ultimi vent’anni, è evidente quanto fosse impossibile, allora, prevedere dove ci avrebbe portato oggi.

Chi nel 1999 scommetteva sugli Oracle Web Services come tecnologia definitiva del web enterprise oggi, come me, si ritrova a raccontare una storia quasi dimenticata, un ricordo cancellato dal progresso.

Allo stesso modo, oggi guardiamo ai LLM e all’intelligenza artificiale generativa come soluzioni consolidate, quasi fatte e finite, ma probabilmente siamo solo all’inizio di un percorso ancora tutto da scoprire.

Proprio come il web è passato dall’artigianato al mobile-first e al cloud, anche l’AI cambierà, ingloberà, supererà tecnologie che oggi ci sembrano centrali, ma che domani potrebbero essere dimenticate o secondarie.

È per questo che ogni previsione sul futuro dell’AI va presa con la stessa cautela di chi, nel 1995, cercava di immaginare cosa sarebbe stato Internet. Spesso lo si vedeva come una libreria digitale a portata di click, ma nessuno allora ha mai pensato di accendere la lavastoviglie dallo smartphone.

L’unica certezza è che ci aspetta un futuro imprevedibile, fatto di trasformazioni continue, fallimenti silenziosi e rivoluzioni improvvise. E forse, proprio in questa imprevedibilità, risiede la sua più grande opportunità.

Francesco Contini, Data & Search Engine Expert, Founder Rubedo Data Solutions