La scena si ripete, quasi grottesca. L’hype costruito a colpi di “stay tuned” sui social, la community che spera, il settore che scalpita per una vera terza via nel duopolio tossico Nvidia-AMD. E poi il colpo di scena, o meglio, l’assenza di esso: niente Arc B770 a Computex. Solo l’ennesimo annuncio corporate su GPU Pro, AI acceleratori e strumenti da sviluppatori. Perché sì, Intel ha deciso ancora una volta di giocare il ruolo del bravo ragioniere, non del guerrigliero del gaming.
La GPU B770 ammesso esista fuori dai server Slack dei team marketing di Intel non farà il suo debutto nel Q2 2025. E con buona pace dei giocatori stufi di pagare cifre da carta Platino per un frame rate decente, la rivoluzione promessa resta un miraggio.
Intel ha preferito presentare le Arc Pro B60 e B50, roba da workstation e sviluppatori AI, con specifiche che nessun gamer controllerà mai davvero. Mentre Nvidia continua a mungere il settore come una mucca sacra, Intel si diletta a vendere schede a studi CAD e tool per “custom AI agents” da far girare su “PC Intel-powered”. Una frase che farebbe svenire qualsiasi copywriter con un minimo di rispetto per la lingua.
Questa assenza non è solo una delusione, è l’ennesima dimostrazione che Intel continua a non capire il cuore del mercato consumer. C’è una fame pazzesca là fuori per un’alternativa credibile a GeForce e Radeon, una fame che Intel potrebbe saziare con una GPU gaming a prezzo aggressivo, decentemente ottimizzata, e con un minimo di supporto driver che non sembri scritto durante la pausa pranzo.
Invece, ci ritroviamo con promesse smentite via email PR. Thomas Hannaford, voce ufficiale del silenzio, chiarisce: “I post social si riferivano a novità Arc Pro. Non condivideremo prodotti o piani futuri.” Tradotto dal politichese tech: ci abbiamo preso in giro, ma senza violare i termini di servizio.
Ma perché tutto questo conta? Perché il mercato delle GPU gaming è diventato una farsa oligopolistica. Nvidia detta legge con RTX che costano quanto un weekend a St. Moritz. AMD, pur tentando qualche incursione ribelle con la serie RX 7000, continua a vivere nell’ombra, combattendo più le percezioni che i benchmark. E Intel? Potrebbe scompaginare il tavolo da poker, ma non lo fa. Fa l’analista, il consulente, il venditore di soluzioni aziendali.
La B770, se mai vedrà la luce, avrebbe il potenziale per replicare — e migliorare — il pattern delle B580 e B570: buon rapporto prezzo/prestazioni, un’architettura Xe2 finalmente più matura, e margini per attirare quella fetta di utenti che non vuole vendere un rene per giocare a Cyberpunk a 1080p.
Eppure, Intel resta timida, conservativa, quasi impaurita dal proprio stesso potenziale. Forse la paura non è tanto tecnica quanto finanziaria: ogni scheda venduta a gamer è una scommessa su supporto driver, community, marketing, e comparazioni pubbliche su YouTube che possono demolire tutto in 24 ore.
“È come se stessero facendo il ghosting a una rivoluzione che loro stessi hanno evocato,” mi ha detto un collega tra una birra e l’altra. E non ha tutti i torti. Mentre i gamer si aggrappano a ogni risposta ambigua su X (ex Twitter), Intel liscia il pelo a clienti enterprise con promesse di AI in locale e progetti pro. Come dire: le GPU per giocare sono troppo emozionanti, meglio restare nelle stanze fredde dei datacenter.
Resta una speranza? Certo. L’hardware esiste, le roadmap ci sono, i leak circolano. Ma fino a quando Intel non deciderà di parlare davvero ai gamer e non solo con post da community manager sottopagato la B770 resterà un fantasma, una sigla sussurrata nei forum, un miraggio tecnologico in un deserto popolato da RTX overpriced e RX che nessuno capisce più se aggiornare o ignorare.
La chicca da bar? Uno sviluppatore indie ha commentato sotto l’ennesimo “stay tuned” di Intel: “Stay tuned? Sono sintonizzato da due anni, mi stanno venendo le piaghe da decubito.” Se serve un termometro dello zeitgeist, eccolo.
Nel frattempo, ci tocca restare qui. Ad aspettare. Con la GPU vecchia, il ray tracing disattivato e la sensazione che Intel, ancora una volta, abbia fatto la scelta giusta… per gli altri.