
Vedere come ti sta un capo d’abbigliamento senza dover uscire di casa? ora google prova a trasformare questo desiderio in realtà, ma con una spruzzata di intelligenza artificiale che promette di rivoluzionare (o almeno complicare) il modo di fare shopping online.
Il nuovo esperimento, attivo in search labs negli stati uniti, ti permette di caricare una tua foto a figura intera e farti vedere come ti starebbe quella camicia, quei pantaloni o quel vestito che hai appena cercato su google. niente più modelli fissi, niente più immaginazione: l’algoritmo dice di “capire” il corpo umano e le sue mille pieghe, come i tessuti si drappeggiano, si stirano o si deformano su corpi diversi. insomma, una specie di sarto virtuale che lavora con pixel e deep learning.

La magia avviene grazie a un modello di intelligenza artificiale che ha studiato la fisiologia umana e il comportamento dei materiali, e che genera un’immagine di te con indosso quel capo che ti interessa. puoi salvare e condividere il risultato, probabilmente per vantarti con gli amici o per convincerti a comprare quel pantalone che non avevi considerato.
Ma non finisce qui. google sta spingendo sull’acceleratore con il suo “ai mode”, un’esperienza di ricerca che, grazie al potente motore gemini, ti mostra un pannello personalizzato di immagini e prodotti basato sulle tue esigenze specifiche. per esempio, se stai cercando una borsa da viaggio per un viaggio a portland a maggio, l’intelligenza artificiale farà una ricerca multipla: cerca tessuti impermeabili, tasche multiple e tutto ciò che serve per sopravvivere alle intemperie del pacifico nord-occidentale. il risultato? una lista di prodotti cuciti su misura per la tua richiesta, senza che tu debba scavare tra centinaia di offerte inutili.
la ciliegina sulla torta è il nuovo pulsante “buy for me”, che promette di completare l’acquisto per te. scegli il prodotto, imposti le tue preferenze di prezzo, colore e taglia, e google ti avvisa quando il prezzo scende. a quel punto, con un clic, puoi delegare completamente il checkout a google pay, che si occuperà di finalizzare l’acquisto sul sito del venditore senza che tu debba muovere un dito. un concierge digitale che compra per te, con tutti i rischi e i benefici del caso.
Se tutto ciò vi suona un po’ inquietante, non siete soli. la combinazione di fotografia personale, intelligenza artificiale e acquisti automatizzati apre scenari di privacy e controllo che meriterebbero almeno una birra da bar per discuterne. “Eh, tanto ormai la privacy è morta” direbbe il cinico accanto a te.
Dal punto di vista tecnologico, però, è un salto avanti notevole: l’idea di un’esperienza di shopping totalmente personalizzata, che non solo mostra prodotti, ma li adatta visivamente e praticamente a chi li cerca, è una frontiera potente. Google, con Gemini e questa integrazione di AI nel motore di ricerca, sta mettendo un piede in un mondo dove il confine tra ricerca, visualizzazione e acquisto si dissolve in un flusso continuo e automatizzato.
In questo caos apparente si nasconde un progetto di ottimizzazione estrema dell’esperienza utente e del percorso d’acquisto, un sistema pensato per minimizzare l’attrito e aumentare la conversione, che è poi ciò che interessa a ogni e-commerce e piattaforma. L’AI capace di “leggere” il corpo e la funzione, la ricerca multithread con contestualizzazione geografica e temporale, l’automatismo completo del checkout: tutto è orchestrato per rendere il consumo più veloce, più facile e soprattutto più irresistibile.
Ecco il paradosso: siamo più vicini che mai a uno shopping fatto su misura, senza errori di taglia, senza ripensamenti, senza noiose attese. Ma al prezzo di affidare a un algoritmo non solo il nostro gusto, ma la nostra immagine, i nostri dati e, in ultima analisi, il controllo del nostro portafoglio.
In fondo, come diceva il buon vecchio Oscar Wilde, “la moda è una forma di bruttezza così intollerabile che siamo costretti a cambiarla ogni sei mesi”. Ora però, con la tecnologia che avanza, potrebbe essere la moda a cambiare noi, a costringerci a uno stile imposto dall’intelligenza artificiale, dove anche la scelta più personale diventa un gioco di numeri, dati e pixel.
Il futuro dello shopping è già qui, e sembra fatto di specchi digitali che riflettono chi siamo — o chi vorrebbero farci essere. Che sia per vendere meglio o per spiare più a fondo, la rivoluzione è in atto, e conviene tenere gli occhi aperti, non solo per il look.