È ufficiale: l’intelligenza artificiale in Cina non è più solo una corsa tecnologica. È una guerra fredda a bassa latenza, giocata al ritmo di GPU e tariffe al millesimo di yuan. ByteDance, SenseTime, DeepSeek, Baidu, Alibaba: tutti a contendersi il trono dell’LLM più performante, più economico, più patriottico. E se vi aspettavate una lotta leale, preparatevi a qualcosa di più crudo: dumping cognitivo, propaganda di silicio e un’estetica da showroom di potenza computazionale.
Il protagonista della settimana è SenseTime, il colosso dell’AI quotato a Hong Kong e da sempre nel mirino geopolitico occidentale. Ha appena rilasciato un upgrade del suo Sensechat, un chatbot conversazionale ora dotato di capacità vocali e visive. Tradotto in termini brutali: parla cantonese, ti guarda, ti ascolta, e pensa anche – o almeno finge benissimo. La vera chicca? L’integrazione del modello multimodale SenseNova V6, che promette “visual reasoning”, ovvero la capacità di elaborare simultaneamente testo, video, audio, e – perché no – anche l’espressione rassegnata di un manager davanti al KPI che non sale.
Il multimodale è la nuova parola d’ordine nell’AI cinese, ma non è solo semantica. È strategia. Perché un modello che può “vedere e parlare” vale di più sul mercato della sorveglianza urbana, dell’e-commerce interattivo, del customer service predittivo, e persino della diplomazia digitale. Se l’AI fosse un’arma, il multimodale sarebbe l’equivalente di un caccia stealth che fa anche il caffè.
Ma SenseTime non è sola in questa accelerazione. Un giorno prima, ByteDance – sì, proprio la mamma di TikTok – ha lanciato il suo arsenale: Doubao 1.6, una famiglia di LLM pensati per tre usi distinti ma convergenti. C’è il modello base multimodale (per chi vuole tutto e subito), il modello “thinking” (per compiti complessi: leggi, fare finta di sostituire un middle manager) e il modello “flash” (per l’utente quotidiano, che cerca risposte rapide e magari anche un meme divertente).
ByteDance però non ha giocato solo sul fronte tecnico. Ha fatto dumping. I prezzi del token sono scesi del 60%: 0,11 dollari per un milione di input token. Praticamente intelligenza artificiale al prezzo di un chewing gum. Una mossa che odora meno di capitalismo rampante e più di strategia statale mascherata da concorrenza privata. Un avvertimento chiaro: se vuoi fare AI in Cina, devi essere pronto a lavorare in perdita. Almeno finché il tuo modello non finisce embedded in tutto, dalla messaggistica ai frigoriferi.
Il tempismo di ByteDance e SenseTime non è casuale. DeepSeek – la start-up che fino a pochi mesi fa sembrava solo l’ennesimo clone open source – ha aggiornato il suo modello R1, ora dichiaratamente competitivo con i big americani come OpenAI (o3) e Gemini 2.5-Pro di Google. Non è più David contro Golia, è David con GPU Nvidia e sovvenzioni governative.
E mentre i colossi americani si dibattono tra regolamentazioni, bias etici e faide interne, la Cina si muove con la brutalità tipica di chi ha già deciso il finale del film. Alibaba e Baidu – due altri titani che sanno cosa vuol dire scalare a miliardi di utenti – hanno aggiornato i loro modelli in aprile. Più multimodalità, meno costi, più pressione sulle aziende locali per adottare il made in China del pensiero computazionale.
In tutto questo, la vera battaglia non è tra modelli, ma tra paradigmi. L’Occidente insiste su LLM generalisti, eticamente regolati, con l’illusione di una neutralità digitale. La Cina, invece, punta su LLM specializzati, ottimizzati per verticali precisi, e profondamente integrati nel tessuto statale e industriale. Il modello è lo strumento. Il sistema è il messaggio.
L’ironia più tagliente? L’AI cinese non è ancora la più performante al mondo. Ma è la più rapida a rilasciare versioni. La più aggressiva sul prezzo. La più coordinata nel marketing tecnico. In una parola, la più adattiva. In un’epoca dove conta meno chi sei e più quanto velocemente migliori, questa potrebbe essere la vera superiorità.
La volpe, diceva Lao Tzu, cambia direzione più volte al giorno. Il bue va dritto ma impiega una vita. Forse OpenAI dovrebbe ripassarsi un po’ di Tao Te Ching.
Nel frattempo, il mercato cinese dell’intelligenza artificiale si polarizza, si evolve e si monetizza. Gli LLM diventano strumenti di soft power e hard data. E ogni nuovo rilascio è un colpo di gong in un’arena dove non ci sono più spettatori, solo contendenti.
E se vi sembrava tutto già visto, aspettate che arrivi la prossima settimana. Quando, forse, il nuovo modello DeepSeek sarà gratuito. Ma solo se comprate il frigorifero.