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Quando le macchine imparano a ricordare ciò che gli imperi vogliono dimenticare
L’intelligenza artificiale, nelle mani di molti, è una festa di glitch estetici e unicorni digitali. Nelle mani di Almagul Menlibayeva, invece, è un’arma di memoria. Mentre Silicon Valley corteggia i capitali con promesse di superintelligenze eteree e operazioni chirurgiche nel cloud, questa artista kazaka intreccia fili, video e dati in qualcosa che ha molto più a che fare con la carne che con il codice. E, ironia della sorte, lo fa proprio utilizzando le stesse tecnologie che, altrove, stanno contribuendo all’amnesia digitale del nostro tempo.