C’era una volta un sogno da mille miliardi di dollari. Una favola high-tech, recitata in loop tra i neon di Menlo Park e le terrazze panoramiche di Manhattan, alimentata da venture capitalist che giocano a fare i profeti e da executive che confondono il pitch con la realtà. Il nome del miracolo era intelligenza artificiale generativa. E se per un attimo vi è sembrato di vivere la nuova età dell’oro dell’innovazione, era solo perché il marketing ha superato la fisica.

Era il 2023 quando i modelli linguistici diventavano la nouvelle vague della Silicon Valley. Le slide di Satya Nadella facevano impallidire quelle di Jobs, e Sam Altman veniva paragonato a Galileo, ignorando che almeno Galileo aveva torto su meno cose.