Nvidia annuncia un passo che, in apparenza, potrebbe sembrare un semplice aggiornamento tecnico ma che, in realtà, segna una frattura profonda nel paradigma del calcolo moderno. Portare CUDA, la piattaforma software di punta per l’elaborazione parallela e l’intelligenza artificiale, su architettura RISC-V non è solo un’operazione tecnica: è un gesto di rottura contro i sistemi chiusi e proprietari che dominano il settore da decenni. La dichiarazione di Frans Sijstermans, vicepresidente dell’ingegneria hardware di Nvidia, pronunciata alla RISC-V Summit di Shanghai, lancia un segnale netto a chi crede ancora che la supremazia tecnologica si basi esclusivamente su architetture complesse e vincolate da licenze esclusive.
RISC-V, architettura open source per CPU, nasce come risposta al bisogno di flessibilità e autonomia. Libertà di modifica, costo nullo di licenza e la capacità di adattarsi a ogni scenario di calcolo la rendono il cavallo di battaglia di paesi e aziende che intendono tagliare il cordone ombelicale dalla dipendenza da chip statunitensi e europei. La spinta cinese verso l’autosufficienza tecnologica si poggia fortemente su questa piattaforma e l’adesione di un colosso come Nvidia è un riconoscimento della maturità e della potenzialità del progetto.
Fino a oggi CUDA supportava due famiglie di architetture: x86, dominatore incontrastato del mercato PC, e Arm, che ha rivoluzionato il mobile. Includere RISC-V significa aprire le porte a un ecosistema di sviluppo che potrà scalare in modo esponenziale, portando una ventata di innovazione e, non secondariamente, un colpo ai monopoli esistenti. Quello che pochi sottolineano è la capacità di Nvidia di anticipare le dinamiche di mercato: nel 2022 la società giudicò RISC-V “non pronto”, oggi invece riconosce non solo una maturità tecnica ma un’adozione crescente, con oltre un miliardo di microcontrollori RISC-V spediti annualmente.
Il colpo di scena assume valenza strategica se si pensa al contesto geopolitico: in mezzo a una guerra commerciale e tecnologica fra Usa e Cina, il gigante cinese Alibaba non resta a guardare. Il lancio del processore C930, server-grade, e la programmazione di nuovi modelli dedicati all’intelligenza artificiale e alle applicazioni automobilistiche testimoniano un’industria nazionale che non vuole più dipendere da architetture estere. Non a caso, Alibaba prevede che entro il 2032 i chip RISC-V supereranno i 20 miliardi di unità, un quarto del mercato SoC mondiale.
L’ironia del destino vuole che l’architettura nata in California, all’Università di Berkeley, diventi l’arma segreta per contrastare la dominanza americana nel settore chip. RISC-V non è solo un’alternativa tecnica, ma un manifesto politico. Nvidia, accettando di portare CUDA su questa piattaforma, sfida non solo Intel o Arm, ma un sistema di controllo e di esclusività che fino a ieri sembrava inattaccabile.
Chi osserva da fuori potrebbe pensare a un semplice ampliamento del supporto hardware, ma chi conosce il mercato sa che questa mossa potrebbe scatenare una rivoluzione silenziosa. Il modello di sviluppo aperto permette una personalizzazione del silicio prima impensabile, abbattendo costi, accelerando l’innovazione e riducendo la dipendenza da fornitori unici. Un sogno per qualunque CTO che si rispetti, una minaccia per chi vende esclusività.
Il settore AI, in particolare, beneficia enormemente di questo cambio di paradigma. CUDA è la spina dorsale di molte applicazioni di deep learning, e vederla girare su hardware RISC-V significa poter sviluppare sistemi più modulari, scalabili e – soprattutto – indipendenti. Il risultato? Una democratizzazione del calcolo avanzato, un passaggio da tecnologia chiusa a piattaforma condivisa, dove la competizione si gioca sulle idee e non sulle barriere di ingresso imposte da brevetti o licenze.
Chi ha ancora dubbi sulla portata di questa trasformazione guardi ai numeri annunciati da Nvidia: dieci nuove specifiche ratificate da RISC-V International solo nel 2025, un volume di microcontrollori che sfiora il miliardo. Un mercato che cresce con una velocità che molti non avrebbero previsto e che costringe i colossi storici a rivedere strategie consolidate.
Questa non è una rivoluzione rumorosa, fatta di annunci clamorosi e proclami roboanti, ma un cambiamento di paradigma che si insinua nel tessuto industriale. Il fatto che Nvidia abbia scelto la vetrina di Shanghai per questa dichiarazione non è casuale: Cina e open source sono ora attori centrali di un ecosistema tecnologico che si sta ridefinendo.
Gli effetti di questa mossa si vedranno nei prossimi anni ma il segnale è chiaro: la supremazia delle architetture proprietarie ha le ore contate. RISC-V e CUDA insieme rappresentano la nuova frontiera, un’alleanza di innovazione e apertura destinata a cambiare le regole del gioco. Nel frattempo, non resta che osservare chi riuscirà a cavalcare questa onda di cambiamento prima che diventi un’onda anomala.