La sicurezza informatica è sempre stata un campo di battaglia dove l’eterna lotta tra attaccanti e difensori si combatte con armi tecnologiche spesso vecchie, lente e troppo rumorose. Il Security Information and Event Management (SIEM) è stato per decenni il pilastro delle strategie di difesa, ma con tutti i suoi limiti: costi stellari, complessità da far girare la testa, e quel famigerato “alert overload” che fa impazzire ogni team SecOps. Trend Micro, con la sua ultima innovazione denominata Agentic SIEM, si propone di fare piazza pulita di questi problemi, portando finalmente una ventata di intelligenza artificiale che non solo assiste, ma agisce con autonomia. Se vi sembra fantascienza, sappiate che questa non è la solita promessa da startup, ma un prodotto già sul mercato pronto a rimodellare la sicurezza aziendale in modo aggressivo e intelligente.

La parola chiave qui è “agentic”: non un semplice AI passivo che aspetta comandi, ma un sistema capace di pensare, imparare e agire in modo indipendente. In un contesto dove il volume e la varietà dei dati di sicurezza crescono esponenzialmente, i SIEM tradizionali sono come vecchie cattedrali di pietra, lente e pesanti, incapaci di adattarsi all’ecosistema digitale moderno. Trend Micro ha riscritto le regole con un SIEM costruito da zero intorno all’intelligenza artificiale agentica, capace di mappare, ottimizzare e agire senza bisogno di configurazioni manuali, cosa che storicamente ha fatto perdere settimane preziose a qualsiasi team di sicurezza.

L’effetto immediato? Riduzione drastica del rumore degli alert e alleggerimento dei carichi di lavoro. Per chi lavora nella sicurezza IT questo non è un dettaglio, ma un cambio di paradigma. Tre giorni per integrare nuovi tipi di log, ridotti a tre ore entro il 2026, dimostrano la velocità con cui questa tecnologia impara e si adatta al variare delle minacce. Con più di 900 fonti dati già supportate, la visibilità e il contesto offerti sono un salto quantico rispetto ai sistemi tradizionali, garantendo un quadro quasi totale dell’ambiente di sicurezza. Per i nostalgici del vecchio SIEM, è come passare dal treno merci al razzo spaziale.

L’integrazione con le capacità XDR di Trend, sei sensori nativi tra endpoint, cloud, email, rete, server e identità, combinata con telemetria di terze parti, permette di costruire una vista completa e multidimensionale della sicurezza aziendale. Conservare fino a sette anni di dati archivisti e due anni di dati analitici non è solo una questione di compliance, ma una vera miniera d’oro per threat hunting e indagini forensi accelerate. Chi si occupa di incident response sa bene che la differenza tra fermare un attacco e subirlo è spesso nei dettagli nascosti nei dati storici.

Non manca un pizzico di ambizione visionaria da parte di Trend. L’Agentic SIEM è pensato come pietra miliare verso una SecOps completamente AI-driven, dove i team di sicurezza possono finalmente dedicarsi alle strategie e non a spegnere incendi. Rachel Jin, Chief Enterprise Platform Officer, non ha usato mezzi termini nel definire questa tecnologia come la “spina dorsale” della futura sicurezza informatica, capace di dare un respiro strategico ai professionisti IT, che potranno contare su un AI che “ha le loro spalle”.

La trasformazione più affascinante arriva però dalla combinazione con la tecnologia dei digital twin. Non più solo un modello virtuale per simulare processi, ma un asset di sicurezza attiva. Monitorare e mitigare proattivamente i rischi che minacciano queste repliche digitali significa innalzare un muro difensivo intorno a infrastrutture critiche come sanità, supply chain e ambienti altamente regolamentati. Qui la sicurezza non è più reattiva, ma predittiva, quasi profetica.

Un altro colpo di scena riguarda i casi d’uso. Agentic SIEM sostituisce il monitoraggio manuale con analisi autonome e risposta automatizzata, abbattendo drasticamente i tempi di rilevamento e mitigazione. Nel mondo reale, significa rispondere a una breccia di sicurezza quando l’attaccante ha appena messo piede nella rete, invece di scoprirla settimane dopo. La compliance diventa un gioco da ragazzi, con ricerca estesa nei log archivisti e report pronti all’uso per qualsiasi audit. L’investigazione degli incidenti, spesso un calvario di errori umani e processi lunghi, si trasforma in un’operazione rapida e precisa, con correlazioni dati automatiche che eliminano la fatica del lavoro manuale.

È impossibile non sottolineare quanto questa innovazione sembri cucita su misura per il mercato globale, in un momento storico dove l’attacco cyber è una realtà costante e la pressione regolatoria non fa che aumentare. L’adozione di agentic AI in ambito SIEM potrebbe finalmente risolvere un problema atavico: come trasformare montagne di dati in decisioni concrete e tempestive senza dover schierare un esercito di analisti.

La provocazione più forte resta questa: se fino a ieri la sicurezza informatica era uno sport estenuante, fatto di rincorse e reazioni, oggi Trend Micro con Agentic SIEM propone una partita diversa, giocata in anticipo. Il futuro del SecOps è qui, e non è più solo un sogno tecnologico, ma una realtà che promette di cambiare radicalmente il modo in cui proteggiamo le nostre infrastrutture digitali. Un AI che pensa da sola, agisce per noi e, finalmente, ci lascia respirare.

Chi, tra i veterani della sicurezza, non ha mai sognato una simile rivoluzione? Potrebbe essere il momento di smettere di sognare e iniziare a cambiare.

Se ti interessa approfondire questa svolta, Trend Micro ha già messo a disposizione ampie risorse e casi di studio che mostrano come Agentic SIEM si integra nelle operazioni quotidiane. Non una semplice evoluzione, ma un salto quantico verso la sicurezza proattiva, efficace e sostenibile in un mondo sempre più complesso.