
Ellendale, North Dakota, non è mai stata famosa per i suoi grattacieli. Due motel, un Dollar General, un istituto pentecostale: questo era prima che entrasse in gioco la febbre dell’“AI factory”. Oggi sorgerà una struttura capace di ospitare migliaia di GPU, con costi che si aggirano nella fascia dei miliardi. È un azzardo che sembra scritto da chi crede davvero che l’intelligenza artificiale sia la prossima rivoluzione industriale. Ma il rischio è che Ellendale diventi l’epicentro e non il coronamento di una bolla.

Il cuore del progetto è il campus Polaris Forge 1, promosso da Applied Digital. L’accordo di 250 megawatt con CoreWeave, stipulato su contratti ventennali, genera promesse di 7 miliardi di ricavi. Ma presto è sbarcata un’opzione per altri 150 MW, portando il sito contrattuale a 400 MW: il campus è progettato per crescere fino a 1 gigawatt. Le tempistiche? Il primo edificio (100 MW) pronto entro il Q4 2025; il secondo (150 MW) entro la metà del 2026; il terzo entro il 2027. Il sito sfrutta il clima gelido per ridurre i costi di raffreddamento e cerca di integrare energia rinnovabile.
Dietro la costruzione c’è CoreWeave, azienda che sei anni fa era poco più di un miner cripto e oggi gioca da protagonista nell’arena dell’infrastruttura AI. Per finanziare l’espansione ha avviato prestiti da 2,6 mld (DDTL 3.0) e un’emissione di obbligazioni da 1,75 mld al 9 %. Ma il conto è salato: nel Q2 2025 ha registrato perdite nette per circa 291 mln, spese operative da 1,2 mld e un leverage che si sta facendo pesante. La società “brucia” capitali per dotare i data center, con debito sempre più robusto come architrave del modello.
Questo è il punto: la megafabbrica non è un investimento “sicuro”. È una scommessa gigante. Lezioni dal passato ci ricordano che investimenti infrastrutturali speculativi dalle ferrovie ottocentesche alla corsa alla fibra spesso riempiono il paesaggio con progetti sottoutilizzati. La montagna di fibre ottiche del boom dot-com rimase per anni in attesa di traffico per giustificare i costi. Oggi qualcuno parla di analoghi esiti per i data center AI. Cosa succede se la domanda non decolla così in fretta? Se i clienti scelgono di costruire internamente anziché affidarsi a terzi? Se i chip diventeranno obsoleti più rapidamente del previsto?
Gli scenari più cauti stimano che per “ammortizzare” tutti gli investimenti cumulativi in infrastrutture AI serviranno consumatori e aziende che spendano 800 miliardi di dollari in prodotti AI su vita utile delle macchine. Bain & Co. suggerisce che per il 2030 serva raggiungere 2 trilioni di ricavi annuali nell’AI — una soglia più alta del fatturato combinato di Apple, Microsoft, Amazon e Meta oggi. Però siamo già a circa 45 mld di ricavi AI lo scorso anno, secondo Morgan Stanley.
Certo, chi ci crede tira fuori scatti futuristi: ChatGPT ha oltre 700 milioni di utenti settimanali (9 % della popolazione mondiale), e i supporter dell’AI dicono che essa potrebbe aggiungere +10 % al PIL globale nei prossimi anni. Se l’AI potrà sostituire massa di lavoro bianco-colletto, i risparmi potrebbero “ripagare” l’investimento. Ma è una scommessa che richiede che la tecnologia superi molte soglie contemporaneamente: miglioramento modelli, scalabilità, affidabilità, costo per unità inferiore, e che molte aziende accettino di spendere cifre elevate.
Ellendale potrebbe raddoppiare (o triplicare) popolazione operativa durante i giorni di cantiere: gli addetti pranzano nei sandwich shop, gli hotel lavorano al pieno. Il sindaco ha contratto prestiti per strade, fogne, nuovi quartieri da venti case: quando l’impianto sarà operativo, la stabilità della città sarà legata al successo dell’AI build-out. Se tutto va bene, Ellendale sarà un nuovo hub digitale; se no, rischia di rimanere con un colosso inerte e infrastrutture senz’anima.
Il vero nodo è il tempo. Quanto ci vorrà per trasformare miliardi investiti in flussi di cassa stabili? Satya Nadella e Mark Zuckerberg, in una conversazione pubblica, hanno ironizzato sul fatto che molti stanno investendo come se l’adozione non dovesse richiedere 50 anni. Ma l’elettricità non è diventata redditizia dal giorno uno, e l’AI non sarà da meno.
Il rischio di bolla non è un allarmismo romantico: è una possibilità concreta che merita di essere considerata con freddezza imprenditoriale. Ellendale non è un’anomalia isolata, è solo uno dei luoghi in cui questa scommessa globale è incarnata in mattoni, silicio e bollette energetiche. Se il vento gira, alcuni di questi castelli digitali potrebbero ritrovarsi con le luci accese… e nessuno che paga l’elettricità.