Li ho percepiti più come gadget di supporto. In teoria offrono realtà aumentata, ma in realtà il carico mentale derivante dal controllo qualità continuo risulta estenuante. Ti ritrovi a preoccuparti più di prevedere dove il software potrebbe fallire che di concentrarti sul campo operativo.

Il problema principale riguarda il collasso non lineare e la retrazione dei tessuti cerebrali durante la craniectomia, che si discostano dalla risonanza magnetica di base. Nel tuo lavoro, non ti serve un dispositivo sofisticato che ti mostri l’anatomia normale, ma uno strumento che ti aiuti a individuare precisamente la zona problematica. La cosiddetta “Poor man’s neuronavigation” si basa sull’osservazione della rete specifica dei vasi sanguigni come punto di riferimento, e questo metodo non delude mai.

In sintesi, anche io, che sono un grande appassionato di tecnologia, non l’ho trovato così utile come mi sarei aspettato. Tuttavia, per procedure meno invasive, dove l’anatomia rimane più stabile, la sua efficacia dovrebbe risultare più evidente.