La Royal Society ha appena annunciato che il vincitore del Royal Society Trivedi Science Book Prize 2025 è Our Brains, Our Selves: What a Neurologist’s Patients Taught Him About the Brain di Masud Husain. Questo riconoscimento, sostenuto dalla Trivedi Family Foundation, celebra la divulgazione scientifica d’élite — non la semplificazione scontata, ma il racconto potente che fonde scienza rigorosa e umanità.

La vittoria di Husain non è una sorpresa completa: il testo si distingue per un equilibrio raro tra neurologia dettagliata e empatia narrativa. I giudici, guidati dalla botanica Sandra Knapp, hanno lodato il libro per la chiarezza, la compassione e la capacità di “umanizzare” la scienza del cervello. Il premio comprende un assegno di 25.000 sterline per il vincitore e 2.500 sterline ciascuno per gli altri finalisti.

Molti s’aspettano che un libro scritto da uno scienziato segua il modello di un manuale: capitoli didattici, figure, formule, poco spazio alle emozioni. Qui accade il contrario. Our Brains, Our Selves padroneggia il rovesciamento di quel cliché: accanto ai meccanismi neuronali troviamo vite spezzate, identità mutate, crisi esistenziali, e tentativi di riconquista di sé. Husain narra sette casi clinici: una donna che dimentica il marito e crede che lui sia un estraneo, un uomo che vede visioni che gli altri non percepiscono, un individuo che perde il linguaggio, e così via. Attraverso queste storie, esplora come il cervello costruisca la nostra identità — e come quando quel “costrutto” vacilla, l’io stesso trema.

Quel che rende la sua opera memorabile è la tensione costante tra dimensione scientifica e dimensione umana. Non perdiamo mai che i protagonisti delle analisi non sono «modelli», ma esseri umani con famiglie, sogni, ferite invisibili. L’autore stesso, spostatosi dal Bangladesh al Regno Unito da bambino, inserisce riflessioni intime sul senso di appartenenza e identità.

Il percorso di selezione del premio merita un rapido sguardo: il comitato giudicante 2025 comprendeva scienziati, autori e comunicatori, tra cui Val McDermid (autrice di crime fiction), Nick Mohammed (attore e comico), Amy Bonsor (astronoma), Roma Agrawal (ingegnera) e Jacob Aron (editor di New Scientist) accanto alla presidente Sandra Knapp. Il confronto è stato vivace, come previsto in giurie eterogenee, ma l’unanimità si è formata attorno alla potenza narrativa e alla profondità del lavoro di Husain.

Il valore simbolico di questa vittoria non è banale: pone Our Brains, Our Selves tra i classici contemporanei della divulgazione neuroscientifica. Ricorda che la scienza non è solo “spiegazione efficiente”, ma anche connessione, empatia e ampliamento di comprensione umana. Quando la letteratura scientifica riesce a farci sentire un cervello che trema o un individuo che perde se stesso e tenta di ritrovarsi, allora ha vinto non solo come testo, ma come esperienza.