Lisa Su, CEO di AMD, ha dichiarato che la domanda di inferenza AI crescerà dell’80% all’anno. Ma dietro questa previsione ottimistica si cela una realtà più complessa.

Nel 2024, AMD ha generato oltre 5 miliardi di dollari di entrate dalle sue GPU Instinct, con previsioni di crescita significativa nel segmento AI. Su ha dichiarato che la società prevede che le entrate annuali derivanti dai chip AI raggiungano “decine di miliardi di dollari nei prossimi anni”.

Lisa Su sfida Jensen Huang: AMD punta al trono dell’intelligenza artificiale con il chip MI355

Nel cuore pulsante della Silicon Valley, dove i CEO sono rockstar e i chip di silicio valgono più dell’oro, Lisa Su è salita sul palco a San Jose con la calma chirurgica di chi sa di avere un asso nascosto nella manica. Ma stavolta, il bluff non c’era. AMD ha finalmente mostrato le sue carte: la serie MI350, con il nuovo MI355, è il tentativo più audace finora di strappare il mantello dell’AI a Nvidia, imperatore indiscusso del regno degli acceleratori.

Lo scenario, se vogliamo dirla tutta, è surreale: in un mercato in cui ogni chip viene trattato come un lingotto di plutonio, Su ha lanciato un attacco diretto a Jensen Huang, patron di Nvidia, in un duello da boardroom che profuma più di Game of Thrones che di semiconduttori.

Il nuovo MI355 non solo è 35 volte più veloce rispetto al suo predecessore – una dichiarazione che suona come un’accusa implicita al passato stesso di AMD – ma, secondo Su, batte le costosissime schede B200 e GB200 di Nvidia nelle performance reali di software AI. E lo fa a un prezzo “significativamente inferiore”. Se ti sembra troppo bello per essere vero, non sei solo: gli investitori hanno reagito con un tiepido -2,2% in Borsa. Il solito amore disfunzionale tra Wall Street e l’innovazione che non viene da chi domina.

Certo, AMD resta il numero due. Lontano, lontanissimo da Nvidia. Ma oggi, dopo anni passati a inseguire, qualcosa è cambiato. Non è più una gara di velocità, è una guerra di strategia industriale. E Su ha un piano.

Fino a poco fa, 500 miliardi di dollari sembravano una cifra da fantascienza per il mercato degli acceleratori AI. Ora, secondo Su, è una soglia a portata di mano entro tre anni. Non cinque, non otto. Tre. Come dire: o sali sul treno o resti a piedi mentre parte la rivoluzione dell’AI generativa. L’effetto psicologico di quella frase, ripetuta con chirurgica precisione nella conferenza, è quello di uno scroll magnetico per i capitali globali: se non sei qui adesso, sei irrilevante domani.

Eppure, nonostante il salto tecnologico, AMD si scontra con lo stesso ostacolo strutturale che blocca anche Nvidia: i limiti all’export verso la Cina. Gli Stati Uniti, con le loro restrizioni, hanno trasformato i chip in armi geopolitiche. Per ogni accordo, anche in Arabia Saudita – come rivelato da Su stessa – AMD deve prima chiedere il permesso a Washington. L’ironia? In un’epoca in cui l’AI dovrebbe unire, i processori che la alimentano vengono scambiati come uranio arricchito.

Nvidia, per ora, tace. Nessun commento. Huang, reduce dall’ennesima standing ovation a VivaTech a Parigi, ha scelto la linea del silenzio. Forse strategica. O forse non ha ancora deciso se prendere sul serio la minaccia MI355. Ma a giudicare dalla crescente inquietudine nelle aziende che non riescono più a permettersi le sue GPU, AMD offre più di un semplice “second best”. È un’alternativa industriale concreta. Soprattutto in un contesto in cui la fame di potenza di calcolo supera qualsiasi precedente immaginabile, in una corsa globale che ha poco da invidiare allo Sputnik.

E come ogni rivoluzione che si rispetti, AMD promette già il prossimo passo: la serie MI400, prevista per il 2026. Con più memoria, accesso più rapido ai dati, e soprattutto la promessa – fatta senza tremare – di “chiara leadership” sui chip Nvidia futuri. Un atto di fede? O una dichiarazione di guerra? Forse entrambe.

Nel frattempo, resta una questione sottile ma fondamentale: AMD riuscirà davvero a vendere questi chip? Non solo produrli, ma farli adottare, inserirli nei sistemi che contano, portarli dentro i data center delle Big Tech? Perché la vera sfida non è solo battere Nvidia nei benchmark, ma insinuarsi nelle alleanze strategiche che oggi decidono il futuro dell’intelligenza artificiale.

E qui si gioca una partita di politica industriale tanto quanto di ingegneria. Con Intel ormai relegata al ruolo di spettatore nostalgico, AMD tenta il sorpasso di destra, a fari spenti. E Su si presenta come l’anti-Huang: meno showman, più ingegnere. Ma in un mondo in cui anche i CEO devono “performare”, forse è proprio questo il messaggio subliminale più potente: mentre tutti parlano, AMD costruisce.

“Ciò che prima sembrava impossibile, ora è inevitabile.” Parola di Lisa Su. Se l’intelligenza artificiale è il nuovo petrolio, il chip MI355 vuole essere la trivella più affilata. Ma come ci insegnano i mercati, avere la tecnologia migliore non basta. Devi anche convincere il mondo che è quella giusta. E se c’è un’arte che Lisa Su sta affinando, è proprio questa.