Un’onda che non si ferma più: l’intelligenza artificiale ha abbandonato il terreno delle fantasie futuristiche per piantare saldamente le radici nel cuore della strategia aziendale contemporanea. Nel 2024 AI Opportunity Report di TeamViewer si legge una verità incontrovertibile, quasi banale eppure spesso ignorata: il 79% dei decisori usa AI almeno una volta alla settimana, mentre il 35% la sfrutta ogni giorno. Numeri che fanno impallidire quelli del 2023 (52% e 12%), segnando un’accelerazione quasi drammatica. Se l’AI promette produttività moltiplicata, automazione delle noie quotidiane e aperture a nuove fonti di guadagno, il suo impatto reale si scontra con un paesaggio frammentato e disomogeneo.

Il report non nasconde il rovescio della medaglia: i leader IT sono i veri alfieri dell’adozione quotidiana (42%), mentre le squadre operative arrancano dietro con un 25%. I settori finanziario e manifatturiero spingono a tutta velocità, mentre educazione ed energia arrancano, quasi fossero due mondi lontani. Non è una sorpresa, ma è un campanello d’allarme: AI non è democratica, almeno per ora e tra rischi di sicurezza, costi elevati e carenza di competenze, l’adozione si trasforma in un campo minato per chi non ha la giusta strategia.

Non si tratta solo di una moda o di un gioco tecnologico fine a se stesso. Il 69% degli intervistati prevede un “boom di produttività senza precedenti da un secolo” grazie all’AI. Efficienza e guadagni non sono vuoti slogan: un terzo indica come primo vantaggio proprio l’incremento della produttività, mentre la crescita media prevista si attesta su un modesto ma significativo 2,1%, con punte del 2,7% per IT e finanza. Il tempo libero dai compiti ripetitivi? Circa 12 ore al mese, ovvero due giornate di lavoro da dedicare a qualcosa di meno banale. C’è però una vena di scetticismo tra chi lavora a stretto contatto con i processi operativi, più lento a fidarsi: solo il 64% crede che l’AI favorisca davvero l’innovazione, contro l’80% degli specialisti IT. La mano umana resta indispensabile, come ammonisce Alexander Post di TeamViewer: “L’AI non è infallibile, serve controllo umano”.

Tre ostacoli pesano come macigni. La formazione è la prima barriera, citata dal 37%, con manager junior e ruoli non tecnici che si sentono tagliati fuori. I costi fanno il loro sporco lavoro per il 30%, aggravati da sistemi legacy che non digeriscono facilmente l’integrazione AI. Infine la sicurezza: paura numero uno per il 69%, un paradosso se consideriamo che l’intelligenza artificiale stessa viene vista come uno strumento per arginare minacce. Robert Haist, CISO di TeamViewer, sintetizza il dilemma: “I rischi di sicurezza sono reali, ma affrontabili con protocolli robusti, non con l’evitamento”.

Il futuro, già scritto nei numeri del report, richiede una svolta pragmatica. Comunicazione su misura, per tradurre il valore dell’AI in linguaggio comprensibile alle operation. Formazione democratica e rigorosa, calibrata sui ruoli specifici, soprattutto per settori indietro come l’educazione (48% contro il 90% IT). Leadership dedicata: il 64% vuole Chief AI Officer per guidare strategie e mitigare rischi. E un focus sull’equità: ben il 73% ritiene che l’AI possa livellare il campo per caregiver e disabili, con un dato sorprendente nel lavoro manuale agricolo (83%).

L’intelligenza artificiale si conferma lama a doppio taglio. Se il 54% accetta di sacrificare crescita per responsabilità, il divario generazionale e di genere è netto: uomini e giovani mostrano maggiore fiducia nell’autonomia delle macchine, un tema da approfondire con occhio clinico. “L’AI agentica, quella con vera autonomia, non è ancora pronta,” avverte Mei Dent di TeamViewer. “Leggi e tutele devono correre al passo con la tecnologia.”

La rivoluzione AI non è più una promessa, ma una realtà che obbliga a una scelta radicale. Chi investirà su formazione, collaborazione trasversale e governance etica raccoglierà i frutti di un vantaggio competitivo decisivo. Per gli altri, la decadenza sarà rapida: il 97% avverte che chi resta indietro perderà il confronto con i concorrenti. Un monito che non ammette pause.

«Il futuro appartiene a chi saprà usare l’AI non come semplice strumento, ma come propulsore del potenziale umano,» chiude Constanze Backhaus, CHRO di TeamViewer, ricordando che il vero vantaggio sarà nella sinergia tra uomo e macchina, non nell’una a discapito dell’altra.

La fotografia arriva da un sondaggio su 1400 decision maker IT, business e operativi in sei paesi, tra cui UK, US, Germania e Singapore, condotto nell’estate 2024 da Sapio Research. Chi pensa che l’intelligenza artificiale sia una moda passeggera rischia di svegliarsi in un mondo in cui è già troppo tardi per correre.