La corsa agli strumenti di coding AI non è più un gioco da giovani startup sperimentali, ma una giungla dove si combatte con armi pesanti. Cursor, il nome che fino a ieri poteva sembrare un outsider in questo ecosistema, sta facendo mosse da vero heavy player per scavalcare i colossi come Microsoft e il suo GitHub Copilot. La strategia? Non solo innovazione tecnologica pura, ma acquisizioni mirate e un’attenzione ossessiva alla rapidità di scalata sul mercato enterprise.
Un recente colpo di scena ha visto Anysphere, la società dietro Cursor, acquisire Koala, una startup AI dedicata al CRM che, nonostante un finanziamento da 15 milioni di dollari, ha deciso di chiudere bottega. Non si tratta di una fusione tradizionale, anzi: solo alcuni ingegneri di punta di Koala passeranno sotto l’ombrello di Cursor per potenziare un team specifico dedicato alla “enterprise readiness”. Il prodotto principale di Koala? Messo in soffitta senza troppi complimenti.
Questa scelta non è un semplice dettaglio, ma un segnale chiarissimo. Molti di questi B2B AI startup, nati con ambizioni altisonanti e con pedigree di tutto rispetto (vedi advisor da Meta e investitori di grido), si stanno dimostrando poco più che incubatrici di talenti o idee embrionali. Cursor li cannibalizza come una sorta di hedge fund umano-tecnologico, scommettendo sulle persone più che sui prodotti. Una mossa che fa eco a quelle di Big Tech, abituata a operazioni di “reverse acquihire”, dove ciò che conta è più il cervello dietro la tastiera che la linea di codice scritta.
In questo contesto, la sfida è doppia. Cursor vuole trasformarsi da semplice tool usato sporadicamente da sviluppatori “nerd” a vera piattaforma enterprise, dove contratti milionari si firmano più per fiducia e sicurezza che per solo fascino tecnologico. Ma Microsoft ha una posizione difficile da scalfire: rapporti consolidati, vasti team di vendita, sicurezza integrata e il vantaggio di avere GitHub come ecosistema di riferimento. La partita si gioca sulla capacità di Cursor di convincere le grandi aziende a saltare sul suo treno, spesso vincendo duelli diretti con Copilot su qualità e velocità.
L’attacco di Cursor al mercato enterprise passa anche dal reclutamento di figure chiave come Travis McPeak, ex CEO di una startup di cybersecurity. La sicurezza, lo sappiamo, è la porta d’accesso numero uno nelle imprese di fascia alta. Non basta stupire con un algoritmo che scrive codice: bisogna offrire fiducia totale su dati, accessi e compliance.
La dimensione del business è già da primato: mezzo miliardo di dollari di ricavi ricorrenti annuali dichiarati a giugno e clienti che vanno da Nvidia a Uber, Adobe e metà Fortune 500. Una crescita che, pur con il rischio di qualche bolla, fa capire quanto la corsa non sia più un semplice esperimento ma un business solido in rapida espansione.
Ma i concorrenti non sono certo fermi. Anthropic, partner chiave di Cursor, ha il suo Claude Code, un prodotto che sta crescendo a ritmo sostenuto e che si nutre della stessa base di modelli AI di Cursor. Una relazione simbiotica, ma anche potenzialmente pericolosa se i rapporti dovessero incrinarsi. Parallelamente, Google non resta a guardare e ha fatto incetta del team di Windsurf, un altro rivale nel settore degli IDE AI. Cognition, altro player rilevante, ha preso il resto della squadra di Windsurf, moltiplicando così le forze in campo.
In tutto questo marasma, ai manager aziendali interessa poco che il tool AI sia prodotto da Microsoft, Google, Anthropic o Cursor. Vogliono risultati concreti: migliorare la produttività dei loro sviluppatori e automatizzare quanto più possibile i flussi di lavoro. Siamo arrivati a un punto in cui gli agenti AI di coding sono la frontiera della “product market fit” nel mondo AI, cioè la prova che un prodotto è non solo desiderato ma anche pagato da milioni di utenti reali.
La domanda che diventa ossessiva è: chi riuscirà a scalare più velocemente? Chi saprà trasformare l’onda di innovazione in una piattaforma solida, con contratti enterprise, supporto, sicurezza e presenza globale? Cursor ha adottato un modello aggressivo, quasi predatorio, con acquisizioni mirate e talenti pescati dai rivali in difficoltà. Ma sarà abbastanza?
Nel frattempo, il mercato assiste a un fenomeno curioso: startup promettenti si trasformano in bancarotta o vengono smembrate, mentre pochi “vincitori” si contendono la supremazia del coding AI. Un ecosistema di sopravvivenza, che ricorda più una giungla tecnologica che un’utopia innovativa. Forse il vero codice da decifrare è quello della capacità di adattamento e della strategia, non tanto quello che scrive l’AI.
Non è difficile immaginare che nei prossimi mesi vedremo nuove mosse, acquisizioni e magari qualche fusione a sorpresa. Il gioco è aperto, ma i nomi che si stanno delineando sembrano chiari: Microsoft, Google, Anthropic e Cursor. La sfida non è più se l’AI cambierà il coding, ma chi riuscirà a governare questa nuova frontiera con la ferocia di un CEO abituato a decidere.
Così, nel mondo delle AI coding tools, l’innovazione si mescola a tattiche da scacchi aziendali, con una posta in gioco che non è più solo tecnologia, ma controllo, clienti e soprattutto denaro. In un mercato dove la velocità è tutto, la strategia di acquisizioni come quella di Cursor potrebbe essere il codice segreto per non sparire nel buio del prossimo crash startup.
Quale sarà il prossimo capitolo? Probabilmente uno scritto in codice binario, ma con l’inchiostro indelebile delle decisioni di chi sa giocare a lungo termine.