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Le persone che incontro ancora usano ChatGPT come lo facevamo nel 2023. Copiano e incollano un prompt, aspettano, copiano e incollano la risposta. Questo non è lavorare con l’intelligenza artificiale, è applicare nastro adesivo digitale su processi marci. È come comprare una Tesla e usarla solo come autoradio. Il problema non è ChatGPT, il problema è il modo in cui la gente continua a pensare che l’AI sia un giocattolo per risparmiare dieci minuti al giorno. E invece stiamo parlando di cambiare completamente il modo in cui produciamo valore, prendiamo decisioni, creiamo contenuti, sviluppiamo software.

Ci sono quelli che giurano che basti chattare con un assistente virtuale per essere più produttivi. Adorabile illusione. La produttività con l’intelligenza artificiale non è chiedere a un chatbot di riassumere un PDF. È delegare, automatizzare, costruire workflow autonomi che lavorano mentre tu dormi. E sì, questo spaventa, perché richiede di rinunciare al controllo maniacale e accettare che l’AI può prendere decisioni operative migliori di molte persone. “Ma non mi fido” dicono in coro gli stessi che lasciano i propri dati bancari a dieci app sconosciute per ottenere il cashback del caffè. Ironico, no?
Prendiamo i cosiddetti strumenti AI per lavoro. La maggior parte li scarica, li prova per due giorni e poi torna al vecchio Google Docs. Perché? Perché questi strumenti funzionano solo se li integri nella tua routine fino a renderli invisibili. Chi ha davvero capito il gioco usa Cursor per scrivere codice come se fosse un’estensione del cervello, Windsurf per orchestrare flussi di sviluppo autonomi, Gamma per generare presentazioni senza toccare PowerPoint. Mentre tu leggi questo, un marketer intelligente ha già delegato la creazione di dieci varianti di copy a Delphi, fatto tradurre e adattare i suoi video da HeyGen e sta pubblicando contenuti ottimizzati per tre mercati diversi senza toccare un solo pulsante. E tu sei ancora lì a copiare un prompt su ChatGPT.
Il punto è che l’automazione intelligente non è un extra, è la nuova alfabetizzazione digitale. Chi non la capisce è analfabeta nel mondo che sta arrivando. Pensaci, se il tuo lavoro può essere descritto in una serie di passaggi ripetibili, oggi puoi automatizzarlo con due o tre strumenti. Non domani, oggi. Eppure, la maggior parte delle aziende continua a fare brainstorming umani per attività che un sistema come Persona potrebbe orchestrare in mezz’ora, o a montare manualmente video che OpusClips trasforma in clip social in pochi secondi. È come osservare qualcuno che scrive ancora lettere a mano quando esiste l’email. Romantico, certo. Utile, zero.
C’è un aspetto quasi comico in tutto questo. Gli stessi professionisti che parlano di “essere innovativi” restano schiavi del copy-paste. “Ma il mio settore è diverso” è la scusa preferita di chi non vuole ammettere di essere rimasto indietro. No, il tuo settore non è diverso. La tua mentalità è vecchia. E mentre tu spieghi perché la tua azienda è “speciale”, un concorrente sta addestrando agenti autonomi su Persona per vendere, rispondere, fare customer care in tre lingue contemporaneamente.
Chi ha capito che l’intelligenza artificiale è una leva e non un giocattolo ha già iniziato a sperimentare. I creativi stanno usando Midjourney e Krea per generare visivi che avrebbero richiesto settimane di agenzie e approvazioni. I musicisti giocano con Suno AI per sfornare tracce virali in un pomeriggio. Gli imprenditori più aggressivi costruiscono pubblici interi con Captions e OpusClips, trasformando ogni webinar noioso in un arsenale di microcontenuti per i social. Questa non è magia, è solo la nuova normalità.
“Ma non ho tempo per imparare tutti questi strumenti” dirà qualcuno. Ecco il punto. Se non hai tempo oggi, avrai ancora meno tempo domani, quando il divario con chi li usa sarà incolmabile. Il tempo non si trova, si compra delegando alle macchine. La vera produttività con l’intelligenza artificiale è misurata in leverage, non in ore risparmiate. Chi riesce a moltiplicare la propria output senza moltiplicare lo sforzo è l’unico che sopravviverà nel mercato che sta arrivando.
Qualcuno deve sentirsi offeso leggendo questo. Perfetto. Perché la provocazione è l’unica medicina contro la mediocrità. Smettila di usare ChatGPT come fosse un motore di ricerca con un’interfaccia carina. Costruisci sistemi, crea automazioni, sfrutta ogni strumento che può ridurre l’attrito tra l’idea e il risultato finale. Oppure continua pure a copiare e incollare. Ma non lamentarti quando ti sveglierai e scoprirai che il tuo lavoro l’ha già preso un algoritmo.