La guerra in Ucraina è ormai un conflitto congelato, ma non per questo meno pericoloso. La proposta avanzata dall’amministrazione Trump, che prevede uno scambio territoriale tra Ucraina e Russia, è un tentativo di sbloccare una situazione che sembra destinata a trascinarsi all’infinito. Tuttavia, questa proposta solleva interrogativi legali, politici e morali che meritano una riflessione approfondita.

L’idea di uno scambio territoriale prevede che l’Ucraina ceda alla Russia circa 6.600 km² di territorio nel Donbas, mentre Mosca restituirebbe 440 km² nelle regioni di Sumy e Kharkiv. Sebbene questa proposta possa sembrare un compromesso ragionevole, essa implica una cessione di sovranità che l’Ucraina ha sempre rifiutato. Il presidente Zelensky ha dichiarato chiaramente che “non si può premiare l’aggressore” e che non accetterà mai la perdita di territori sovrani. Inoltre, la Costituzione ucraina proibisce esplicitamente la cessione di territori, rendendo questa proposta non solo politicamente inaccettabile, ma anche legalmente infattibile.

In parallelo allo scambio territoriale, si sta discutendo l’istituzione di garanzie di sicurezza per l’Ucraina, simili all’articolo 5 della NATO, ma senza l’adesione formale all’Alleanza Atlantica. Questo approccio mira a rassicurare l’Ucraina sulla protezione contro future aggressioni, senza provocare la reazione della Russia. Tuttavia, la proposta incontra resistenze sia da parte di Mosca che di Kiev. La Russia ha chiesto di essere inclusa nelle discussioni sulle garanzie di sicurezza, mentre l’Ucraina teme che tali garanzie possano rivelarsi inefficaci, come dimostra l’esperienza del Memorandum di Budapest del 1994, che non ha impedito l’annessione della Crimea nel 2014.

La comunità internazionale si trova divisa di fronte a questa proposta. Gli Stati Uniti, sotto la guida di Trump, sembrano favorire un accordo che preveda sia lo scambio territoriale che le garanzie di sicurezza. Tuttavia, la mancanza di un impegno concreto da parte degli alleati europei solleva dubbi sulla solidità di tali garanzie. Inoltre, la Russia ha chiaramente affermato che qualsiasi accordo deve includere la sua partecipazione attiva, minando ulteriormente la credibilità delle proposte occidentali.

La proposta di scambio territoriale e garanzie di sicurezza solleva più domande che risposte. Mentre l’intento di porre fine al conflitto è lodevole, le soluzioni proposte rischiano di compromettere la sovranità dell’Ucraina e di non offrire reali garanzie di sicurezza. La comunità internazionale deve riflettere attentamente sulle implicazioni di tali proposte e lavorare per trovare una soluzione che rispetti l’integrità territoriale dell’Ucraina e garantisca una pace duratura.