Sam Altman, CEO di OpenAI, ha recentemente dichiarato che l’intelligenza artificiale supererà quella umana entro il 2030, con progressi significativi previsti già nel 2026. Queste affermazioni, seppur ottimistiche, sollevano interrogativi sulla comprensione profonda dell’intelligenza e sulla sua misurazione.
David Deutsch, fisico teorico noto per i suoi contributi alla computazione quantistica e autore di “The Beginning of Infinity”, propone una visione diversa. Secondo Deutsch, l’intelligenza non si misura solo attraverso la capacità di risolvere problemi complessi, ma attraverso la creatività e la capacità di generare nuove conoscenze.

In un recente incontro a Berlino, Altman e Deutsch hanno discusso del concetto di AGI, proponendo un nuovo test: se un’intelligenza artificiale riuscisse a risolvere il problema della gravità quantistica e a spiegare il suo ragionamento, potrebbe essere considerata AGI. Deutsch ha concordato con questa proposta, sottolineando che l’intelligenza implica la capacità di spiegare e comprendere, non solo di calcolare.
Questo scambio evidenzia una divergenza fondamentale tra la visione di Altman, focalizzata sull’espansione delle capacità computazionali, e quella di Deutsch, che enfatizza l’importanza della creatività e della comprensione profonda. Mentre Altman vede l’AGI come una questione di potenza di calcolo, Deutsch la considera una questione di filosofia della conoscenza. Questo contrasto solleva interrogativi sulla direzione futura della ricerca sull’intelligenza artificiale e sulla definizione stessa di AGI.
L’incontro offre uno spunto di riflessione sulle diverse concezioni dell’intelligenza e sul percorso da seguire per raggiungere l’AGI. La discussione tra scienza e marketing, tra creatività e calcolo, continua a essere al centro del dibattito sull’intelligenza artificiale.