Approccio Sistemico

Se la corsa globale ai modelli di linguaggio avanzati sembrava fino a poco tempo fa un terreno esclusivo di OpenAI, Google e Anthropic, la Corea del Sud sta ribaltando le regole del gioco. Dal gigante LG alle startup più agili, il Paese sta sviluppando large language model cuciti su misura per la lingua e la cultura locale, con l’obiettivo dichiarato di competere testa a testa con i colossi mondiali. A luglio 2025, Seoul ha lanciato la sua iniziativa sovrana più ambiziosa, promettendo ₩530 miliardi, circa 390 milioni di dollari, a cinque aziende locali per costruire modelli fondazionali su larga scala.

L’iniziativa non è solo un capriccio tecnologico: vuole ridurre la dipendenza dalle tecnologie straniere, rafforzare la sicurezza nazionale e mantenere il controllo dei dati in un’epoca in cui l’informazione è la vera valuta. Le cinque aziende selezionate dal Ministero della Scienza e ICT LG AI Research, SK Telecom, Naver Cloud, NC AI e la startup Upstage saranno valutate ogni sei mesi. Le meno performanti saranno scartate, mentre le migliori continueranno a ricevere fondi fino a quando rimarranno solo due protagonisti della spinta sovrana all’AI.

Ogni giocatore (sembrA Squid Games) porta un vantaggio distinto in questa gara. LG AI Research propone Exaone 4.0, un modello ibrido di ragionamento che combina capacità linguistiche estese con sofisticate funzioni di analisi introdotte nella versione Deep precedente. Non punta alla pura grandezza, ma alla qualità: ogni dato industriale, dalla biotecnologia ai materiali avanzati, viene raffinato prima di alimentare il modello. “Non vogliamo solo spendere di più dei giganti globali, vogliamo superarli con l’efficienza e l’intelligenza del nostro modello,” ha dichiarato Honglak Lee, co-head di LG AI Research. L’azienda sfrutta API aperte e il feedback generato dagli utenti per migliorare continuamente la performance, trasformando dati reali in valore economico e tecnico concreto.

SK Telecom, d’altra parte, si affida al suo ecosistema. Il modello A.X 4.0, derivato dal modello open source cinese Qwen 2.5 di Alibaba Cloud, offre versioni da 72 e 7 miliardi di parametri. L’efficienza nella gestione della lingua coreana supera del 33% quella di GPT-4, sottolineando l’importanza di adattare l’AI alla cultura locale. Con oltre 10 milioni di utenti per il servizio A., SK integra AI nella vita quotidiana attraverso sintesi di chiamate, note automatiche, navigazione e persino hailing di taxi. L’infrastruttura include GPUaaS e un nuovo hyperscale data center costruito in collaborazione con AWS, unendo potenza computazionale e know-how locale per creare un ecosistema AI completo.

Naver Cloud punta sulla verticalizzazione e sull’integrazione. Il suo HyperCLOVA X, aggiornamento del modello HyperCLOVA lanciato nel 2021, serve da “connettore” tra sistemi legacy e servizi frammentati. Naver offre una suite completa: dall’AI chatbot CLOVA X, al motore di ricerca generativa Cue, fino al modello multimodale HyperCLOVE X Think. L’approccio è pragmatico: usare AI per migliorare servizi quotidiani, come consigli per lo shopping, assistenza agli anziani o creazione di contenuti personalizzati. La strategia si concentra meno sulla grandezza dei parametri e più sull’efficacia reale: modelli sofisticati che possano competere globalmente senza necessariamente eguagliare i colossi in scala pura.

Upstage è l’anomalia interessante: una startup che compete con i giganti. Solar Pro 2, lanciato a luglio 2024, è il primo modello coreano riconosciuto come frontier model da Artificial Analysis. Con soli 31 miliardi di parametri, batte i modelli globali nei benchmark coreani ed è economicamente più sostenibile. L’obiettivo dichiarato è raggiungere un livello di performance del 105% rispetto agli standard globali per la lingua coreana. Upstage punta su applicazioni verticali in finanza, diritto e medicina, cercando di creare un ecosistema di AI guidato da startup “native digitali.”

Altri esempi emergenti mostrano quanto il Sud Corea stia osando. Kakao, noto per il suo ecosistema di messaggistica e pagamenti, sta esplorando modelli generativi per migliorare l’esperienza utente nelle sue piattaforme di chat, e-commerce e contenuti digitali. La startup ScatterLab, invece, usa AI conversazionale per la psicologia comportamentale, allenando i modelli su dati locali per generare consigli personalizzati più accurati rispetto a modelli occidentali. Perfino Hyundai Motor Group investe in modelli generativi multimodali per la progettazione e simulazione di veicoli elettrici e batterie, dimostrando che l’AI coreana sta contaminando settori industriali tradizionali.

La strategia nazionale non è solo industriale, ma geopolitica. Con il crescente interesse globale per le normative sulla sicurezza dei dati e la fiducia nei fornitori locali, Seoul spera di diventare un hub di AI sovrana, capace di competere senza compromessi sui dati sensibili. Il modello scelto dal governo prevede che solo due vincitori rimangano, creando una pressione selettiva simile a un campionato tecnologico dove sopravvive chi combina innovazione e pragmatismo reale.

Se confrontiamo con il panorama internazionale, la Corea del Sud non punta a replicare OpenAI o Google in scala, ma a eccellere dove conta: localizzazione linguistica, dati reali e applicazioni verticali concrete. Questo approccio potrebbe sorprendere: mentre i modelli occidentali puntano alla versatilità globale, i coreani costruiscono AI che sa cosa serve agli utenti del loro mercato, senza perdere la possibilità di esportare know-how all’estero.

Ironia della sorte, il progetto sovrano coreano potrebbe insegnare qualcosa ai colossi globali: a volte non serve più potenza bruta o miliardi di parametri, ma capire come trasformare l’AI in valore tangibile, giorno dopo giorno, per aziende e consumatori. Tra startup coraggiose e giganti locali che giocano d’astuzia, Seoul sta mettendo in campo un arsenale di modelli che, se calibrati correttamente, potrebbe diventare l’ombra invisibile dei prossimi decenni di AI globale.