Meta ha deciso di giocare la carta più affascinante e più rischiosa del momento: tradurre non solo le parole, ma le voci. Dopo averci abituato a feed infiniti, algoritmi onnipresenti e un metaverso che esiste più nei PowerPoint che nella realtà, ora arriva l’intelligenza artificiale che clona la voce dei creator per renderla comprensibile in altre lingue, senza perdere timbro e tono originale. Non un semplice sottotitolo o un doppiaggio impersonale, ma un traduttore vocale che restituisce l’illusione di autenticità. In altre parole, se sei un creator di Los Angeles che parla inglese, un utente di Madrid potrà ascoltarti in spagnolo come se tu fossi realmente bilingue, con le labbra che si muovono sincronizzate. È la globalizzazione digitale che diventa performance teatrale.