In un mondo dove ogni tecnologia nuova viene etichettata come “rivoluzionaria” con la velocità di un click, AI Agent si è guadagnato il titolo di protagonista indiscusso nelle discussioni su intelligenza artificiale e automazione. Dietro questo termine pomposo, tuttavia, si cela una realtà sorprendentemente semplice, quasi banale, che pochi si prendono la briga di spiegare con la dovuta trasparenza. La verità? Un agente AI autonomo è, in fondo, un Large Language Model (LLM) che indossa un vestito tecnico fatto di strumenti specifici e di un loop operativo, più o meno sofisticato, che potremmo ridurre a un semplice ciclo for, se proprio vogliamo andare al nocciolo.