Altman e Sundar Pichai stanno giocando una partita a scacchi dove ogni pedina costa centinaia di milioni e ogni mossa è una guerra di percezione. Ma mentre Google sfoggia muscoli computazionali e modelli AI da Nobel della fisica, OpenAI preferisce colpire al fegato con eleganza chirurgica: design, hype, visione. E ora anche con hardware.

Sì, hai letto bene. Sam Altman ha appena comprato il cuore pulsante del design industriale di Jony Ive o almeno la sua divisione hardware, “io”. Un’acquisizione da 6,5 miliardi di dollari in equity. Non in contanti, no. Equity. Perché siamo in Silicon Valley, non a Wall Street. E il messaggio subliminale non potrebbe essere più chiaro: la vera ricchezza non è nei bilanci, è nella narrativa.