Quando ascolti Baldassarra parlare di intelligenza artificiale applicata alla diagnosi del cancro, non senti il solito sermone tecnologico da fiera dell’innovazione. C’è invece una lucidità chirurgica, quasi clinica, nel modo in cui mette a fuoco il vero potenziale di questi strumenti. “Non ci serve un oracolo. Ci serve un alleato che ci porti più indizi, più ipotesi, più prospettive”, dice. Ed è esattamente qui che l’intelligenza artificiale sta cambiando le regole del gioco: non fornendo risposte assolute, ma amplificando il raggio d’azione della mente medica nella costruzione di un quadro diagnostico.