La Francia sta giocando una partita che non riguarda solo l’energia, ma l’intero equilibrio geopolitico dell’Europa industriale. Dietro le parole rassicuranti di Parigi sulla transizione energetica pulita si nasconde un ritorno aggressivo al nucleare, ma questa volta in formato compatto, modulare, apparentemente innocuo. Il reattore modulare di piccola taglia non è più una nota a piè di pagina per ingegneri nostalgici degli anni settanta, bensì un asset strategico da inserire nei piani urbani delle metropoli. Calogena, start-up francese che sembra uscita da un laboratorio di venture capital tanto quanto da un reattore di ricerca, ha firmato con il CEA un accordo che vale più di mille dichiarazioni sul Green Deal. In palio non c’è solo la riduzione della CO₂, ma la ridefinizione stessa di cosa significa autonomia energetica in una società che vive ancora nell’ombra delle crisi del gas e dei blackout programmati.