Intelligenza Artificiale, Innovazione e Trasformazione Digitale

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Cloudflare, il guardiano che osserva l’ombra dell’intelligenza artificiale

Gli imperi cadono non per colpa dei barbari alle porte ma per gli errori commessi all’interno. Nietzsche avrebbe sorriso, con quel suo cinismo che taglia più delle spade, davanti all’idea che il nemico del capitalismo digitale non sia il competitor esterno ma l’impiegato distratto che copia e incolla bilanci interni dentro ChatGPT come se fosse un semplice blocco note. La tragedia non sta nel cloud in sé, ma nella leggerezza con cui gli esseri umani lo trattano, offrendo segreti aziendali a modelli linguistici che vivono di dati come vampiri nella notte.

Cloudflare ha compreso questo paradosso e oggi veste i panni del guardiano che mette ordine in un caos in cui l’ombra dell’intelligenza artificiale rischia di trasformarsi in un nuovo Leviatano. Con il lancio della sua estensione di Cloudflare One, l’azienda offre agli IT manager un paio di occhi a raggi X per scrutare dentro le interazioni dei dipendenti con ChatGPT, Claude e Gemini. Non si tratta solo di monitoraggio, ma di una sorta di confessionale digitale dove ogni prompt viene registrato e classificato. È l’ennesima prova che il potere, nell’era del cloud, non si misura più sulla velocità dei server ma sulla capacità di vedere ciò che gli altri vorrebbero nascondere.

Cloudflare lancia l’arma anti-AI: fine corsa per il saccheggio gratuito dei contenuti

C’è una nuova cortina di ferro che si sta alzando sul web. Non divide Est e Ovest, ma editori e intelligenze artificiali affamate di dati. E non è un’ideologia a spingerla, ma il business, quello vero. Cloudflare, l’architettura nervosa dietro milioni di siti web, ha deciso di schierarsi senza più ambiguità: d’ora in poi, i crawler delle AI verranno bloccati by default. Non chiederanno più permesso, non si fingeranno amichevoli attraverso un file robots.txt che nessuno ha mai davvero rispettato. Saranno identificati, arginati e, se vogliono nutrirsi di contenuti altrui, dovranno pagare. Letteralmente.

Cloudflare dichiara guerra ai bot AI: nasce AI Labyrinth, il labirinto che inganna i crawler

Cloudflare ha lanciato AI Labyrinth, un’arma strategica per combattere i bot che raschiano il web senza permesso per addestrare modelli di intelligenza artificiale. Invece di limitarsi a bloccarli, AI Labyrinth li intrappola in un dedalo di link che li conduce a pagine generate dall’AI, rallentandoli, confondendoli e sprecando le loro risorse. Una trappola digitale che trasforma l’eterna lotta contro il web scraping in un gioco al massacro per i bot non autorizzati.

Cloudflare Potenzia la Verifica delle Immagini con Content Credentials di Adobe

Cloudflare ha annunciato una nuova funzionalità volta a garantire l’autenticità delle immagini online, implementando il sistema Content Credentials promosso da Adobe. Questa tecnologia applica un tag digitale ai file multimediali, tracciandone la proprietà, la distribuzione e le eventuali modifiche, inclusi gli interventi generati da strumenti di intelligenza artificiale.

Content Credentials nasce all’interno del Content Authenticity Initiative (CAI), un progetto lanciato da Adobe nel 2019 con il supporto di aziende di primo piano come Microsoft, Arm, Nvidia, Qualcomm, Getty Images, Shutterstock e Truepic. Anche produttori di fotocamere come Canon e Leica, oltre a testate giornalistiche di rilievo come BBC, Associated Press, Wall Street Journal e New York Times, fanno parte di questa iniziativa.

Cloudflare strumento anti scraping

Cloudflare ha recentemente introdotto un nuovo strumento progettato per contrastare lo scraping dei dati da parte di bot di intelligenza artificiale. Questa innovazione consente ai siti web di bloccare l’accesso ai bot AI e, in alcuni casi, di addebitare un costo per l’utilizzo dei contenuti, mirando a proteggere i diritti degli utenti e a garantire una gestione più sicura delle informazioni.

Cloudflare e Apple’s PCC

Morgan Stanley ha previsto una crescita moderata del fatturato di Cloudflare tra il 2025 e il 2027, grazie all’aumento dell’uso dell’intelligenza artificiale nei dispositivi Apple.

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