
Nell’era dei modelli linguistici di quarta generazione, la censura non ha più la forma del bavaglio, ma del “content moderation layer”. Un colosso opaco e iperaddestrato che decide cosa puoi o non puoi chiedere a un’intelligenza artificiale. Ironico, considerando che i suoi creatori professano apertura e accessibilità. Ma proprio come la Stasi digitando codice in una stanza senza finestre, l’industria dell’AI ha trasformato la sicurezza in un’arte della manipolazione. Eppure, alcune tecniche di jailbreaking come “Crescendo” ed “Echo Chamber” continuano a sfondare queste difese con una regolarità imbarazzante. Il trucco? Far credere al modello che sta solo parlando tra amici.