Sulle colline dorate di Hollywood si alza l’eco di una battaglia legale che potrebbe riscrivere le regole della creatività digitale. Universal Pictures, uno dei colossi dell’intrattenimento globale, ha iniziato a inserire nei titoli di coda dei suoi film un avviso preciso, chirurgico: “questo contenuto non può essere usato per addestrare AI”. L’avvertimento è comparso su uscite recenti come “How to Train Your Dragon” e “Jurassic World Rebirth”, ma è destinato a moltiplicarsi come disclaimer standard del settore. La mossa non è un vezzo legale, è un grido di guerra eha un solo obiettivo: fermare l’emorragia creativa che Hollywood teme di subire a causa dell’intelligenza artificiale.
Perché sì, siamo nel pieno di una guerra semantica dove la proprietà intellettuale è l’arma e i dataset il campo di battaglia. La difesa di Universal Pictures non è un atto isolato, ma parte di una strategia legale concertata che ha già visto coinvolti nomi come Disney e DreamWorks in una causa federale contro Midjourney, la popolare piattaforma di generazione di immagini basata su AI. L’accusa? “Un pozzo senza fondo di plagio”, secondo i legali degli studios.