Quello che ti irrita di Altman è probabilmente la stessa cosa che lo rende pericolosamente convincente: dice una mezza verità e la fa sembrare una rivelazione assoluta. L’equazione che propone tra la foto di un iPhone e un video interamente sintetico di conigli saltellanti è un colpo di mano retorico elegante ma fuorviante. Certo, anche lo scatto di uno smartphone è filtrato, compresso, ribilanciato, arricchito di micro-contrasti e piccoli “aggiustamenti” cromatici. Ma quella non è la stessa cosa di un’immagine che non ha mai visto un fotone in vita sua. È la differenza tra ritoccare il trucco a una modella e inventare la modella da zero con un prompt di testo.