Il paradosso è servito, e come sempre la Silicon Valley e Shenzhen giocano una partita a scacchi con regole che cambiano ogni giorno. Gli Stati Uniti vietano l’export delle GPU Nvidia H100 e A100 in Cina, e la Cina risponde con un sorriso sornione, trasformando l’embargo in un’opportunità di business. A Shenzhen, cuore pulsante del tech cinese, una dozzina di aziende boutique sta facendo fortuna riparando proprio quei chip che ufficialmente non dovrebbero neanche trovarsi nel Paese. È l’ironia della geopolitica tecnologica: vieti un prodotto e ne moltiplichi il valore di mercato, creando un’industria parallela che prospera nell’ombra ma con margini da far impallidire i listini di Wall Street.