Chi controlla la voce, controlla il pensiero. È una massima che, in tempi di intelligenze artificiali e restrizioni geopolitiche, assume un tono più tecnico ma non meno inquietante. A confermarlo è iFlytek, colosso cinese del riconoscimento vocale e pioniere dell’AI “sovrana”, che ha appena trasformato Hong Kong nella sua nuova base internazionale. Ma non si tratta di un trasloco logistico: è un’operazione chirurgica, strategica, simbolica. E non a caso parte dalla medicina, il terreno su cui Pechino e Washington si giocheranno molto più della prossima generazione di chip.