Gli agronomi ancora parlano di rotazione delle colture come se fosse l’apice dell’innovazione. Peccato che dall’altra parte del mondo, in India, un contadino con uno smartphone e un assistente vocale basato su intelligenza artificiale stia già facendo previsioni climatiche, analisi del suolo in tempo reale e vendendo il raccolto direttamente a un grossista di Dubai. Sì, avete letto bene. Non è un pitch da start-up a Las Vegas. È quello che sta realmente accadendo nel cuore della trasformazione digitale rurale, dove agritech in India sta diventando una lezione globale.
Il mondo ama sottovalutare l’India rurale. Lo fa da decenni. E intanto l’India, con più di 150 milioni di agricoltori, sta costruendo uno dei più ambiziosi ecosistemi di intelligenza artificiale in agricoltura. Non per moda, ma per necessità: produttività stagnante, micro-appezzamenti improduttivi, accesso limitato al credito e una fragilità climatica che in confronto il meteo europeo sembra un orologio svizzero.