Quando Jeff Bezos decide di parlare di intelligenza artificiale, i mercati ascoltano e i giornalisti impazziscono. Alla Italian Tech Week ha pronunciato la parola che nessun investitore ama sentire: bolla. Non una bolla qualsiasi, ma un’“industrial bubble” che ricorda il biotech degli anni Novanta e la febbre dot-com dei primi Duemila.
Il parallelo non è casuale, perché la traiettoria è sempre la stessa: euforia irrazionale, capitale che piove ovunque, startup improvvisate che raccolgono milioni senza un modello di business credibile, e un inevitabile bagno di sangue per chi resta con il cerino in mano.
Bezos ha il dono di saper essere spietato e ottimista nello stesso momento: “Gli investitori fanno fatica a distinguere le buone dalle cattive idee quando tutti corrono, ma alla fine vince la società intera, perché le innovazioni solide sopravvivono”. È la vecchia legge darwiniana applicata ai mercati.