È un paradosso scomodo quello che emerge dal recente memo di Satya Nadella. Licenziare migliaia di persone mentre la capitalizzazione vola e i margini brillano è il genere di contraddizione che fa storcere il naso anche agli investitori più cinici. Microsoft è, per usare le parole dello stesso CEO, “in crescita su tutti i fronti, con performance di mercato e posizionamento strategico che puntano verso l’alto”. Eppure, i licenziamenti Microsoft non sono un incidente marginale. Sono il segnale di un capitalismo tecnologico che non perdona la lentezza, neppure quando i numeri raccontano una storia trionfale.
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Secondo una notizia diffusa da numerosi quotidiani nazionali e internazionali, Klarna, la fintech svedese famosa per i suoi servizi di pagamento “buy now, pay later”, ha recentemente rivelato un piano per ridurre drasticamente il proprio personale, passando da 3.800 a circa 2.000 dipendenti.
Questa decisione è guidata dall’aumento dell’uso dell’intelligenza artificiale (IA) all’interno dell’azienda. L’IA ha già dimostrato di poter sostituire il lavoro di circa 700 agenti di servizio clienti, riducendo i tempi di risoluzione dei problemi da 11 a 2 minuti.
L’esperienza di Klarna potrebbe riflettersi anche in Italia, dove le aziende stanno esplorando l’uso dell’IA per migliorare i processi aziendali. Tuttavia, le politiche governative stanno cercando di garantire che l’adozione dell’IA non porti a discriminazioni o a un aumento della disoccupazione.

L ‘intelligenza artificiale è ormai un tema centrale nei recenti licenziamenti nel settore tecnologico. Secondo il tracker Layoffs.fyi, i tagli di posti di lavoro nel settore hanno superato i 100.000 dall’inizio dell’anno, raggiungendo 106.630 al 12 luglio.